Squadra senza nerbo e senza gioco, Mourinho nulla ha trasmesso alla squadra, non può avanzare alibi, organico precario o arbitri contro

Un triplete a Mourinho. Più perfida di così l’Inter non poteva fare. Vittoria larga, facile, comoda dei campioni d’Italia, sconfitta grave, seria, pesante per la Roma già priva di tre titolari ma sbandata dopo un avvio, cinque minuti in tutto, promettente. Squadra senza nerbo e senza gioco, Mourinho nulla ha trasmesso alla squadra, non può avanzare alibi, organico precario o arbitri contro, no, non ci siamo, il primo gol è da dilettanti allo sbaraglio, Rui Patricio non ha piazzato nessuno sul primo palo e poi si è fatto infilare come un pupino mentre il Pupone in tribuna deve avere pensato di avere vissuto nel periodo giusto.

L’Inter nuovo è bella, fresca, saggia, gioca a ritmo rallentato e poi sa colpire quando vuole, Dzeko non fa rimpiangere Lukaku che in Premier è fermo a 3 gol in 8 partite e ha buscato contro il West Ham non trovando mai la conclusione a rete. Il bosniaco è stato essenziale e decisivo, Correa si è bloccato per un guaio al muscolo della coscia, il resto, da Perisic e Brozovic, ha giocato senza la “pizzica” o la “taranta” del salentino che aveva portato al massimo risultato in campionato.

Tre gol, dunque, l’Inter resta attaccata al Milan vincente facile sulla Salernitana. La Roma ha fatto fumo, Zaniolo ha cercato di vincere da solo, la difesa è andata in bambola, l’attacco un’ipotesi, la squadra rischia di scivolare al settimo posto, sarebbe già una sentenza per i Friedkin e per il portoghese reduce da se stesso. Un solo vincente giallorosso, il popolo dell’Olimpico, il resto non ha nulla di Special.

Tony Damascelli