La sensazione è che a tirare troppo la corda quest’ultima si stia spezzando. Limitare con sempre più insistenza le libertà del popolo rischia di aver portato una considerevole fascia di popolazione verso un punto di non ritorno: la sfiducia, per non dire l’indignazione nei confronti delle istituzioni. Anche quando e se l’emergenza verrà superata i cittadini si porteranno dietro gli strascichi del Green Pass, degli obblighi e delle restrizioni. Nel breve-medio periodo, invece, il potere potrebbe trovarsi di fronte un popolo alla ricerca di qualcosa di diverso rispetto all’attuale metodo di governo.

Più gli organi di comando svolgono le proprie funzioni dall’alto, più l’elastico della sopportazione popolare si allunga fino alla rottura. È il concetto illustrato in diretta dal professor Alessandro Meluzzi, che insieme a Fabio Duranti ha riflettuto sulla dicotomia tra il bene e il male e su come il primo può imporsi per dare nuova linfa alle speranze per un futuro migliore.

Ecco l’intervento del Prof. Meluzzi a Un Giorno Speciale, con Francesco Vergovich.

“La dimensione sadica del potere può trovare un solo contraltare: l’organizzazione dei più e dei tanti contro i pochi sopraffattori. Questa è stata la storia delle grandi rivoluzioni di ogni epoca. Oggi la situazione è particolarmente brutta e difficile perché ad impadronirsi del potere sono stati non i dichiaratamente cattivi o i dichiaratamente sopraffattori, ma i presunti buoni. Oggi le classi dirigenti che governano il mondo sono cresciute non soltanto nella cultura del prestito di denaro, ma nasce in quella Società Fabiana inglese fatta di presunti progressisti, socialdemocratici, riformisti, riformatori che hanno deciso che un élite di massoni può decidere nel nome di tutti, nel modo migliore per tutti.

In questa situazione io credo che i popoli sono arrivati a un livello di oppressione da parte dei cosiddetti responsabili, dei cosiddetti buoni… Quelli che ci ascoltano, i nemici, sappiano che è stato compiuto un salto quantico di coscienza tra tante persone che più nessuno potrà arginare. Mai come oggi ci sono tante persone che cominciano a capire cosa sta accadendo. Non l’avrebbero capito forse neanche due o tre anni fa. E in questo salto di coscienza che, come dice il libro dell’Apocalisse, ha aperto una porta che nessuno può chiudere stanno le nostre poche ma robuste speranze per il futuro. Altrimenti il mondo si annuncia distopico, feroce, terribile, robotizzato, zombiezzato. Perché questa è la vera finalità: togliere ogni libertà agli uomini perché una élite ristretta di illuminati possa decidere per tutti. Ma noi questo non lo tollereremo.

Quello che ci vogliono togliere non è la lotta tra il bene e il male, che è inevitabilmente condizione della vita umana, ma è il libero arbitrio. Toglierci la libertà vuol dire non soltanto toglierci la possibilità di autodeterminarci, ma togliere anche al bene la possibilità di affermarsi. Quello che vogliono fare oggi è toglierci la libertà di cambiare, di evolvere, di stare in questa lotta di caos tra bene e male”.