L’azione per il controllo delle masse è data dal meccanismo del contagio mentale, ben nota agli esperti del mondo social. In economia gli individui tendono ad unificarsi al giudizio prevalente nella folla per una ragione di riprova sociale e di timore del contrasto.

Se in economia tutta la pensano in un modo e se fra quei tutti ci sono persone ritenute autorevoli perché parlano in Tv, per prudenza il non colto in materia economica tenderà ad uniformarsi, il colto invece lo farà per presentare ad altri la propria competenza dottrinale, ripetendo il mantra del divulgatore di turno.

Da trent’anni continuo ad ascoltare persone, magari miei coetanei e conoscenti, i quali pur avendo competenze, con una laurea in economia, ripetono a pappagallo i soliti mantra che cerco di smontare pur con i limiti comunicativi che ho: abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi, abbiamo troppo debito pubblico, dobbiamo tagliare la spesa pubblica, dobbiamo aumentare le tasse, dobbiamo andare a tagliare i costi della politica. Tutta questa leggenda in realtà non corrisponde ai dati del disavanzo primario, dove tra entrate ed uscite siamo i più virtuosi in Europa.

Se tutti la pensano in quel modo, se tutti i commentatori dei giornali e della televisione, se tutti ripetono i mantra europeisti, neoclassici e neoliberisti di un pensiero unico estero-vestito, succede che i non colti in materia economica ripetono a pappagallo per riprova sociale. I colti in materia economia ripetono a pappagallo in modo acritico quello che dicono persone più in vista di loro per il solo fatto che a quel punto pensano di essere veramente colti e preparati.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi