Un lungo post di commiato. Le parole del prof. Pietro De Angelis sono piene di affetto per i suoi alunni ma anche di amarezza. L’impegno e la passione per i suoi studenti non è bastato, la sospensione per aver rifiutato l’obbligo vaccinale lo costringerà a lasciare, forse per sempre, l’insegnamento dal 15 dicembre. Solo due settimane per dire addio ai suoi bambini e lasciare, probabilmente in maniera definitiva un tassello fondamentale della sua vita.
Nelle sue ultime parole da insegnante, il pensiero corre ancora ai suoi alunni, coloro per i quali ha speso tutta la propria vita lavorativa. Un impegno costante mirato a garantire sempre il meglio per i propri studenti, spendendo anche in prima persona denaro e risorse personali per colmare le lacune dei fondi della scuola pubblica. Poche sporadiche parole d’interessamento da colleghi e personale scolastico per il suo obbligato addio, solo negli occhi dei suoi bambini ha colto il senso di smarrimento e il loro affetto. “Ho molto amato il mio mestiere, ho molto amato stare in mezzo a loro” scrive il professore De Angelis “mi mancherete moltissimo. Qui finisce una parte della mia vita, quella parte in cui ho avuto il privilegio di imparare cosa significhi essere un bambino in un mondo di adulti“.
Il commento di Alessandro Meluzzi e Fabio Duranti alle toccanti parole del prof. sospeso Pietro De Angelis
Meluzzi: “Un commiato simbolo di una lotta”
“Un commiato al quale io non posso che aggregarmi, essendo nella sua stessa posizione, la differenza è che al posto dei bambini potrei mettere i pazienti. Devo dire che la lotta per la verità e la libertà, che sono sempre congiunte, ha un esito soltanto: non ci si può piegare alla sopraffazione e ad un disegno mostruoso, spaventoso e globale. Io credo che il prof. De Angelis, come tanti che patiscono e patiranno questa persecuzione hanno un dovere testimoniale che i primi cristiani hanno testimoniato con il martirio. Le ragioni per cui i cristiani non volevano genuflettersi alla statua all’imperatore era una cosa molto più leggera del vaccino, loro non si piegavano perché ritenevano che quella sottomissione ledeva la loro libertà e la loro autonomia. Qui ci vogliono schiavi come robot, tutti all’interno di un unico algoritmo, pilotato dai padroni del vapore”












