Crozza è tra i più talentuosi imitatori dell’attuale generazione italiana di comici. Il talento non lo ha però messo al sicuro da uno scivolone particolarmente infelice in prima serata TV. Il comico genovese durante il suo show televisivo “Fratelli di Crozza” ha infatti ironizzato sulle nuove restrizioni in materia di vaccinazione dando luogo a quello che è parso uno sketch di cattivo gusto e fuori luogo.

Protagonista dell’ironia di Crozza la stretta imposta dal governo alle Forze dell’Ordine in relazione all’obbligo vaccinale. L’esecutivo ha infatti deciso di imporre la vaccinazione alla Polizia e a tutti i servitori dello Stato che avevano scelto di non sottoporsi al vaccino. L’imitatore, senza remore per una situazione critica che coercitivamente impone una scelta sofferta a molti uomini e donne, ha travalicato il confine della satira arrivando a definire come “untori dell’Ordine” agenti impegnati tutti i giorni nella difesa della nostra sicurezza. Uno scivolone incauto e privo della necessaria empatia verso una categoria troppo spesso vessata e oggetto di sberleffi assolutamente ingiustificati e ingiustificabili.

Galeazzo Bignami ne parla ai microfoni di Fabio Duranti

“C’è una certa cultura di Sinistra che tende ad ostilizzare a prescindere verso le forze dell’Ordine. Dice la Polizia vi infetta. Abbiamo purtroppo avuto diversi casi, come a Ferrara dove l’ex vicesindaco che diceva di non essere tranquillo quando veniva fermato da una persona in divisa. A Sinistra purtroppo c’è una cultura contro le forze dell’Ordine che prolifera e non trova la chiarezza che bisognerebbe dare su questi temi. Si dovrebbe pretendere chiarezza su una domanda: le forze dell’Ordine vanno tutelate oppure no? Una domanda che invece sento raramente fare agli esperti o presunti tali che vanno in Tv é se hanno un conflitto d’interesse, lo chiedo perché non bisogna darlo per scontato. Bisogna ragionare con la propria testa e bisognerebbe chiederlo. Poi certa sinistra si schiera dalla parte della Polizia quando spara con gli idranti sui lavoratori di Trieste”