“Un conto è definirsi delusi per la classifica e per il rendimento, entrambi al di sotto delle aspettative anche minime; un conto è cominciare a stilare sentenze definitive che sembrano più che altro auspici goduriosi”

Bisogna fare ordine; bisogna tornare su questioni che vanno precisate meglio, come la proporzione tra giudizi contingenti – la singola partita, per capirci – e assoluti, che non possono arrivare dopo tre mesi di campionato e, soprattutto, all’inizio di una guida tecnica così caratterizzante e “totalizzante” dal punto di vista comunicativo quale è quella di Mourinho.

È chiaro che ogni volta si possa e, dovendo commentare, si debba dare un giudizio a ciò a cui si assiste. Roma – Inter è stata una partita imbarazzante dal punto di vista tecnico perché, ancora prima, avvilente sotto il profilo della rabbia e del temperamento. E abbiamo anche detto che nemmeno le attenuanti – reali e non generiche – giustificano quello che (non) si è visto sabato scorso all’Olimpico. Tutti bocciati, a cominciare da come Mourinho l’ha preparata sotto il profilo del tensionamento agonistico.

Detto questo e con assoluta intransigenza dal punto di vista critico, comincia un altro ragionamento: un conto è definirsi delusi per la classifica e per il rendimento, entrambi al di sotto delle aspettative anche minime; un conto è cominciare a stilare sentenze definitive che sembrano più che altro auspici goduriosi da parte di chi non vedeva l’ora di cominciare a saltellare sul “cadavere” tecnico e gestionale del cinquantottenne portoghese. Perché precisiamo l’età? Perché pur di dire che il suo calcio è vecchio, che non si è aggiornato o addirittura che è bollito, definizione cara anche a qualche titolista, si sta prescindendo anche dalla mera anagrafe. Questo secondo chi scrive la dice lunga su quelle che erano le intenzioni preventive di alcuni. Consigliamo ai nostri lettori di non limitarsi a leggere ma di leggere tra le righe; di non ascoltare soltanto ma di “auscultare”, se possibile: capiranno dopo non molto che non bisogna confondere chi critica i primi mesi di Mourinho a Roma in maniera magari severa ma oggettiva, da chi evidenzia persino con le virgole che non vedeva l’ora di dare addosso all’allenatore della Roma.

Forse è anche per questo, oltre al fatto che sono passati soltanto tre mesi, che la maggior parte dei tifosi della Roma sta ancora con lui.

Paolo Marcacci