Pura energia, pura passione, pura informazione. Dove per “pura” non si intende solo un rafforzativo o una sfaccettatura, ma un dettaglio essenziale: l’editoria pura di Radio Radio fa un balzo avanti, e lo fa con la libertà e l’autonomia che la contraddistingue.
Da segnare sul calendario la data del prossimo 15 dicembre, quando sul 253 del Digitale Terrestre televisivo potranno risuonare in tutte le case degli italiani le nostre trasmissioni all’insegna di un vario palinsesto: sport, attualità, cronaca, gossip, intrattenimento e grande musica oltre ad un’informazione a 360°.
Radio Radio diventa canale nazionale. Un’offerta più unica che rara si fa spazio nel panorama dei grandi network e dell’offerta televisiva mainstream che ormai sporadicamente analizza tutte le sfaccettature di una realtà sempre più vessata e banalizzata.

La prima Radio che negli anni ’90 è sbarcata sul piccolo schermo si regala un impegno “enorme”. Così lo definisce il direttore Ilario Di Giovambattista in diretta: “Enorme perché Radio Radio non ha società finanziarie alle spalle, non ha potentati bancari, industriali o politici“.
E’ anche per questo che le luci dell’informazione indipendente si sono andate spegnendo lentamente in una nazione che solo su questo non si impegna a brillare.
Non a caso “negli anni ’70 addirittura si è dovuti ricorrere ai tribunali per far sì che potesse esistere l’emittenza libera“: lo sa bene Fabio Duranti che nei 43 anni di servizio ha visto passare davanti agli occhi normative come la Legge Mammì, una fotografia all’audiovisivo dell’epoca della quale beneficiarono soprattutto i giganti finanziari del periodo, dando vita a quelli che oggi sono veri e propri imperi.

In questo panorama si accenderà a dicembre il canale nazionale di Radio Radio, con il proposito di “dotare l’Italia di uno strumento di libertà“. Una svolta impegnativa che entrerà nella storia dell’emittente, accedendo alle case di chi la segue dal 1986 e di chi la scoprirà solo domani. 15 dicembre: mancate solo voi.