Dopo la sconfitta al ballottaggio con Roberto Gualtieri, Enrico Michetti torna a parlare di quanto fatto nei mesi scorsi nel corso della campagna elettorale per Roma. Il candidato di Fratelli d’Italia, che ha costituito una Lista Civica per concorrere come primo cittadino della Capitale, ha preso più voti degli altri candidati nel primo turno, battendo lo stesso Gualtieri, Calenda e Virginia Raggi.

Al ballottaggio, però, i pochi romani che hanno scelto di recarsi alle urne (altissima, infatti, la percentuale di astensionismo) hanno preferito Roberto Gualtieri. Il candidato di centrodestra, che sarebbe dovuto finire all’opposizione, ha scelto di non entrare a far parte del Consiglio Comunale, e ai microfoni di ‘Radio Radio’ ne ha spiegato le motivazioni.

Dimissioni da Consigliere Comunale

“Un conto è essere sindaco, un conto essere capo dell’opposizione. Il sindaco risolve i problemi della comunità e questo è quello che io faccio da trent’anni: risolvo i problemi della comunità. Il capo dell’opposizione deve creare problemi al sindaco. Io non posso pensare che qualsiasi cosa faccia il sindaco, io prendo e la rovescio. Io sono a completa disposizione gratuitamente del comune di Roma. Io un lavoro ce l’ho e non voglio pesare neanche di un euro al comune di Roma. Se la cittadinanza ha scelto un altro progetto, io tolgo il disturbo. Sono votato a costruire, non a distruggere. Io mi occuperò di Roma, sono a completa disposizione per costruire e lo farò gratuitamente, come gratuitamente avrei fatto il sindaco. I cittadini hanno scelto un altro. Io adoro questa città e se posso essere di servizio alla città lo farò ma non voglio essere di contrasto all’azione politica. Qualunque cosa riguardi le mie specifiche competenze, io ci sono per risolvere i problemi. Non voglio poltrone, non voglio gettoni, non voglio niente. Voglio restituire qualcosa alla mia città”.

Futuro

“Qui si son denunciati alla Procura della Repubblica tra una fazione e l’altra. Io non voglio entrare in questo clima. Sono a disposizione. Il compito che ho lasciato non è scoperto. Continuerò a rendere il mio servizio alla pubblica amministrazione. Continuerò a svolgere il ruolo di assistenza alle PA. L’esperienza è stata straordinaria per cui è chiaro che qualcosa bisogna fare per questo paese. Va rilanciato il lavoro, il senso civico, il rispetto. Bisogna dare una speranza alle nuove generazioni, vogliamo garantire un futuro a tanta gente che lo merita. Lavorare per questo mi attrae. Imposterò un lavoro perché si creino i presupposti affinché Roma continui a crescere, per garantire lo sviluppo del marchio, la viabilità…”.

Stadio Roma e Lazio

“Non ho ancora consapevolezza delle specifiche competenze che sono state messe in campo. Se le hai, fai quel tipo di percorso. Se non le hai, è un percorso molto molto rischioso e si scivola dal punto di vista della congruità dell’opera. C’è un conflitto di interesse tra pubblico e privato e serve un bilanciamento armonico che si consuma in anni ed anni di esperienza. Nel momento in cui si sarebbero determinate alcune condizioni, quelle previste dalla Legge, è chiaro che avremmo fatto gli stadi”.

Gualtieri

“Con lui creerò lo stesso rapporto che ho con gli altri sindaci. Ho partecipato ad una competizione elettorale e Gualtieri ha una squadra, uno staff, e non sarebbe corretto chiamare me. Non vanno mortificate quelle esperienze all’interno del contesto. Ognuno ha la sua strategia, i suoi rapporti, e ognuno li porta avanti secondo i suoi desideri”.

Giunta

“Non do giudizi sulle persone, io guardo soltanto gli atti. La pubblica amministrazione parla per atti ufficiali”.

Rifiuti

“Se non ci sono gli impianti è chiaro che bisognerà a portare i rifiuti fuori. Sono carenze che provengono da lontano, prima della Raggi”.

Attacchi

“Con gli attacchi che mi sono stati rivolti hanno evitato che io potessi parlare di programmi. Era la loro strategia. Anche la storia dei confronti: ho fatto gli stessi confronti degli altri, solo che quando mancavo io era una notizia, se mancavano gli altri è perché avevano impegni. Sapevano perfettamente che il mio punto di forza era la competenza. La loro preoccupazione era che se io avessi vinto, avrei governato bene. Tante gente che aveva detto di no a tanti, come Bertolaso, a me aveva detto di sì. Avremmo fatto una giunta di altissimo livello. I leader del centrodestra a me avevano dato carta bianca”.

Messaggio ai romani

“Adesso ci dobbiamo occupare dell’Italia, che merita buone idee, persone serie e perbene, che amano questo Paese e intendano risollevarlo. Il prossimo obiettivo sarà l’Italia”.