Non so come potrà realmente finire la protesta gloriosa dei portuali di Trieste, non posso fare previsioni certe. Posso svolgere considerazioni basate su riflessioni plausibili, verosimili, portate avanti secondo la ragione. La protesta dei portuali di Trieste segna un momento eroico e glorioso da parte della società civile, segnatamente della classe lavoratrice, in questo caso i portuali, i quali, voglio sottolinearlo, hanno fatto una rivendicazione in senso universalistico. Non hanno chiesto semplicemente che venisse rimossa per loro l’infame tessera verde della vergogna e della discriminazione. Hanno chiesto che venisse tolta a tutti i lavoratori in quanto tali, con ciò facendo valere quella che definisco una richiesta universalistica di rivendicazione.

Questo basta a dire che la protesta dei portuali di Trieste è gloriosa e merita rispetto. Il fatto che il potere abbia risposto con la violenza, sparando con gli idranti con l’acqua, almeno per ora ci siamo fermati all’acqua, vedremo cosa accadrà prossimamente, è la prova provante del fatto che il potere quando inizia a perdere il consenso ricorre alla violenza organizzata, magari anche difesa volgarmente come necessaria risposta ai facinorosi della piazza, in realtà in questo caso non esistono dacché abbiamo visto i portuali pacifici, democratici, seduti per terra, inermi.

Cosa accadrà nelle prossime giornate?

Avanzo queste ipotesi: o la protesta dei portuali divamperà in tutta Italia e prenderà forza, un movimento pacifico, costituzionale e democratico di opposizione all’infame tessera verde della vergogna o invece il potere cercherà di reprimere la protesta dei portuali, magari prima proverà a farli scendere a patti, a blandirli, cosa che sta facendo il governo in questo ore, cercando di dialogare con i portuali e di promettere qualcosa con il chiaro obiettivo di disperdere la protesta.

L’immagine volgare e penosa degli idranti delle forze dell’Ordine che sparano acqua sui manifestanti pacifici stesi per terra, è l’emblema di quello che il potere vuole: spegnere la fiamma della rivolta, spegnere il fuoco ardente della protesta e del desiderio di emancipazione, del sogno di migliori libertà. Se non dovesse andare in porto l’opera che il governo sta tentando per blandire i portuali prevedo allora scene di violenza. Forse si proverà ad infiltrare forze oscure nelle manifestazioni, chiameranno i Black Block come vengono definiti e come già li abbiamo visti operare in maniera criminale a Genoa nel G8. Utilizzeranno forse forze infiltrate con il chiaro intento di poter rispondere con la violenza e quindi piegare la rivolta pacifica dei portuali, adeguatamente infiltrata da forze che hanno l’unico obiettivo di legittimare la violenza del potere. Quando quattro facinorosi hanno organizzato di andare a spaccare i vetri del sindacato con quel gesto ignobile, il potere li ha lasciati fare. Quando invece si è trattato di sparare con l’acqua contro manifestanti pacifici a Trieste non ha atteso un istante il potere per reprimere con la violenza una manifestazione pacifica. Lunga vita ai portuali, la loro rivolta è anche la nostra e dobbiamo sperare che gradualmente porti sempre più persone a svegliarsi dal lockdown cognitivo permanente.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro