“Nessuno ha mai visto” dice Adam Smith “un cane con un suo simile fare uno scambio deliberato e leale di un osso con un altro osso. Nessuno ha mai visto un animale con i suoi gesti o con le sue grida naturali fare capire quello mio e quello è tuo, io darei volentieri questo in cambio di quello. Quando un animale ha bisogno di ottenere qualcosa da un uomo o da un altro animale non ha altri mezzi di persuasione oltre a quello di guadagnarsi il favore di cui ricerca i servizi“.

Questo brano di The Wealth of Nations (La ricchezza delle nazioni) di Adam Smith è emblematico per capire la profonda differenza tra l’economia capitalista, pensiero unico oggi dominante, e quello che io cerco di proporre cioè una chiave di economia diversa che chiamo umanistica perché incentrata sull’uomo e sull’umanità dell’uomo. Una delle domande che ci dovremmo porre è che cosa è un animale, quale collegamento c’è tra un animale e l’economia? Le opinioni di Smith sono oggettive, indiscutibili, assolute e incontestabili, oppure se ragioniamo in termini di economia umanistica è possibile ragionare con logiche diverse. Smith sostanzialmente dice che due animali non collaborano per scambiarsi l’osso mentre gli uomini collaborano attraverso i contratti e l’economia capitalista si basa sull’interesse commerciale e finanziario. Io contesto questa visione perché questa chiave di lettura in cui l’animale non ha altri mezzi di persuasione che quello di guadagnarsi il favore di colui di cui ricerca i servizi a mio parere è molto simile invece alla realtà di come funziona l’economia, non l’economia capitalista basata sull’interesse, ma l’economia umanistica basata sull’anima e sull’energia delle persone.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi