La nuova inchiesta di Massimo Giletti presentata nella prima puntata di “Non è L’Arena” apre inquietanti scenari sul caso mascherine difettose. La pista sull’appalto voluto dalla struttura commissariale, presieduta all’epoca da Domenico Arcuri, parte dalla Cina e conduce nei Paesi Bassi. Una società “fantasma” olandese avrebbe ottenuto dalle istituzioni italiane un appalto da 100 milioni di pezzi per la fornitura di mascherine ad un prezzo triplicato rispetto a quello di mercato. In realtà l’azienda con sede in Olanda non sarebbe altro che la sorella della società cinese con la quale lo Stato italiano strinse un precedente appalto poi sciolto per inadempienza: questa società ha infatti inviato solo il 20% dei 100 milioni di dispositivi medici pattuiti.

Tirando le somme, la struttura commissariale italiana avrebbe da un lato sciolto il contratto con suddetta azienda cinese, siglandone un altro il giorno stesso con la società satellite olandese. Il tutto a prezzo maggiorato, perché coi soldi dei contribuenti – a quanto pare – non si bada a spese.
Massimo Giletti ai microfoni di “Un giorno speciale” ha spiegato la scioccante inchiesta dei giornalisti di “Non è l’Arena”.

Fare inchieste è difficilissimo, anche essere liberi ed invitare ospiti scomodi, non liturgici e non previsti dal mainstream è un problema.
Sull’inchiesta mascherine? In questo momento vedo che non ne parla nessuno in modo approfondito, c’è una sorta di silenzio. Ci sono 190 milioni di mascherine che sono comprate in gran parte dalla struttura di Arcuri che sono sotto sequestro per un motivo semplice: c’è qualcosa che non va! Quelle mascherine avevano dei problemi tecnici anche molto importanti. Sono sotto sequestro in tutta Italia.

Noi abbiamo trovato delle scatole con mascherine, testate in laboratorio, schifose. Queste mascherine vengono utilizzate in alcuni ospedali italiani. È chiaro che c’è qualcosa che ancora oggi non torna. Sembra di essere tornati a due anni fa. Ci hanno preso in giro assolutamente: ho dimostrato che la struttura commissariale comprò 100 milioni di mascherine ad una società cinese e questa società ne fece arrivare in Italia solo 20 milioni. Il contratto venne chiuso ma lo stesso giorno fecero un altro contratto con la filiale europea di quella società cinese pagandole tre volte tanto quanto le ha pagate la Regione Marche. Qualcuno si è fatto un sacco di soldi. Quella società a Rotterdam non esiste, ha un solo dipendente ed è stata creata per farsi inviare materiale dalla sorella cinese