Stadio Olimpico di Tokyo, un oro appena vinto nel salto in alto da Tamberi – a pari merito con il qatariota Barshim – e un’altra gara pronta ad iniziare, pochi minuti dopo.
Sono le istantanee di una delle pagine più belle della storia dello sport italiano, forse la più bella, scritta in un’afosa domenica d’agosto, nel giro di venti minuti.
Dopo l’emozionante medaglia vinta da Giambo, Marcell Jacobs lo ha pensato subito: “Se lo ha fatto lui, perché non posso farlo anche io?”. Detto, fatto.
9.80 secondi: bastano questi all’atleta azzurro per riscrivere la storia e vincere una medaglia incredibile, mai ottenuta prima da un italiano nella gara simbolo delle Olimpiadi: i 100 m.

Nato in Texas nel 1994 da madre italiana e padre statunitense, Marcell ha solamente il luogo di nascita a parlare americano.
A soli due mesi di vita, infatti, il velocista italiano e sua madre tornano in Italia senza il padre, di professione militare, che viene stanziato in Corea del Sud.
Marcell cresce senza la figura paterna e solamente di recente ristabilisce i rapporti con l’uomo, anche grazie all’aiuto di un mental coach. Una riappacificazione che – a detta di chi lo conosce bene – è stata fondamentale per la sua crescita mentale, che lo ha portato fino all’Olimpo. Ad aiutarlo nei tanti sacrifici quotidiani anche la famiglia: la compagna, Nicole, e i suoi tre figli.

Lo sport è da sempre nella vita di Marcell, che inizia con lo sprint per poi passare al salto in lungo, ottenendo anche il record italiano nei campionati juniores con 7.75 m.
Negli anni successivi torna a dedicarsi alla corsa. Il 6 marzo 2021 vince l’oro nei 60 metri piani agli Europei indoor di Toruń e, il 13 maggio a Savona, stabilisce il nuovo record italiano nei 100 m piani con il tempo di 9”95. Si presenta così alle Olimpiadi di Tokyo.

In terra nipponica si mette in mostra già nella batteria dei 100 m, stabilendo un nuovo record azzurro: 9”94. Migliora ancora in semifinale, dove ottiene il tempo di 9”84, con un vento a favore di +0.9 metri al secondo.
In finale arriva con tanto entusiasmo ma certamente non da favorito: bastano però 9”80 – stavolta senza un filo d’aria ad aiutarlo – per stupire tutti e vincere un oro storico, il primo per un atleta italiano in questa competizione.
Marcell è quasi incredulo quando varca l’arrivo: ad aspettarlo, alla fine della pista, c’è Tamberi, che lo stringe in un abbraccio liberatorio. È ancora oro, è ancora storia.

Pierluigi Lantieri