Esteban Ocon 10 e lode
Non per simpatia ma per meriti oggettivi, tra lucidità, tenuta, strategia di gara e amministrazione della monoposto. Oggi ha fatto la storia, la sua perlomeno. Ha capitalizzato gli eventi, sfruttato l’imponderabile.

Sebastian Vettel 9,5
In un gran premio non casuale per le due prese di posizione, una quasi vittoria, con un finale più gestito che arrembante e in mezzo tanto “manico”, tantissima classe e fame agonistica. Alla faccia di chi lo voleva bollito da qualche tempo.

Lewis Hamilton 9
Si è ritrovato con davanti troppi scarichi altrui; ha cominciato a cavalcare sullo spartiacque tra il possibile e l’impossibile; ha chiesto alle gomme le ultime briciole di tenuta; ha duellato con un Alonso famelico (che Ocon deve ringraziare). Inesorabile.

Fernando Alonso 9
Fino al bloccaggio di cui Hamilton ha approfittato, una lectio magistralis a livello
di guida, impostazione delle traiettorie, soglia di rischio e gestione della sua Alpine. Dieci anni in meno.

Carlos Sainz 8,5
Una gara di rimonta costante, una soglia prestazionale sempre più elevata. Quando si arrende a Hamilton, alla sua Ferrari ha già chiesto il possibile. Forse, anche qualcosa in più.

Max Verstappen 6,5
Dopo il disastro, del quale è stato vittima come Leclerc, ha provato a ricostruire la sua gara, a portare a casa anche le briciole, che alla fine potrebbero tornare utili. Una prova di maturità, senza cedere alla frustrazione.

Valtteri Bottas 2
Perde la macchina, in un tratto, poi la testa. Non perdonabile.

Lance Stroll 1
Quando si allarga sull’erba per poi rientrare commette un qualcosa che sarebbe da bocciatura persino alla scuola guida “Persichetti”, ammesso che esista. Che disastro…

Paolo Marcacci