Come abbiamo già anticipato, Draghi ha deciso da alcuni giorni di desecretare i documenti che riguardano l’Operazione Gladio e la loggia massonica P2. Io nella mia ultima inchiesta, il Diego Rivoluzionario ho trattato la delicata vicenda Gladio prima che Draghi prendesse questa decisione. Quindi con il materiale che ho raccolto proviamo ad anticipare quali sono alcuni punti fermi che spero emergeranno con il rilascio di questi documenti.

Il primo è che l’Operazione Gladio era legata e gestita dalla loggia massonica P2.
Il secondo è che l’Operazione Gladio era strettamente collegata all’Operazione Condor in Sud America.
Il terzo è che c’era un filo conduttore tra stragi italiane, destabilizzazione del nostro Paese e dittature sudamericane, con la regia di certi apparati americani. Bene, forse questo è l’ultimo punto e ci vorranno altri anni prima che potrà emergere.

Analizziamo la figura di Gelli in rapporto con il Sud America. Gelli era ambasciatore economico dell’Argentina, console onorario argentino a Firenze, mediatore nell’importantissima questione petrolifera tra l’Argentina e Gheddafi. Era rappresentante di importanti gruppi bancari in Argentina. Tutto ciò dimostra che la P2 era legata a doppio filo con le dittature sudamericane, in particolare con quella argentina. Ma era legata anche con l’Operazione Gladio, quindi con gli apparati americani e con la Cia che l’avevano voluta.

La rappresentazione plastica di questo filo di terrore che univa l’Italia al Sud America, il tutto eterodiretto dagli apparati americani lo troviamo sugli spalti della finale dei Mondiali di calcio del ’78 in Argentina, ossia durante la più sanguinosa delle dittature.

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