Donnarumma 7,5

Le mani sulla finale. Un errore in impostazione bassa con i piedi. Italia inna – Morata. 

Di Lorenzo 7

Col passare dei minuti, legge le linee delle trame offensive iberiche; scrive gli anticipi in diagonale. Tempismo europeo.

Chiellini 7 –

Soffre la mancanza di quel riferimento fisso che sarebbe potuto essere Morata se avesse giocato dall’inizio. S’offre, col passare dei minuti, quanto a esperienza e occupazione degli spazi. Però poi proprio Morata lo brucia in occasione del pareggio. 

Bonucci 7

In un’Italia che vede e tiene il pallone meno del solito, lui cerca di “pulirlo” ogni volta che può, tagliando la metà campo. Partita improntata all’essenzialità; grande mestiere, grande sforzo di lucidità. Si porta appresso un dolore al ginocchio. 

Emerson Palmieri 6/7

In una partita diversa dalle altre finora disputate dagli Azzurri, non tenta di fare lo Spinazzola: offre il massimo delle sue caratteristiche, tra dinamismo e lettura tattica, sul lato dove l’Italia valorizza ciò che riesce a produrre.

Verratti 7+

È il più lucido, sin dall’inizio, nell’intelligenza  delle manovre altrui e nell’andarsi a procacciare le zolle più disparate tra quelle utili al tackle. Finisce correndo un po’ a vuoto e in difetto, giustificatissimo, di lucidità. 

Jorginho 7 +

Ha dovuto interpretare una partita più oscura, di conseguenza reinventando se stesso a livello di regia occulta. Partita di grande perizia tattica, anche se finisce anche lui, inevitabilmente, schiacciandosi. 
Socratico dal dischetto.

Barella 6,5

Partita sporca, la sua, con qualche passaggio dai giri sbagliati soprattutto nella prima parte di gara. Un po’ più essenziale nella seconda parte, nonostante le tossine.

Chiesa 8

Gol magnifico, al termine di una transizione offensiva condotta coi giri altissimi; una rifinitura petrarchesca per Berardi; in una vastissima punteggiatura di corsa. Inarrestabile. Finisce oltre la spia della riserva. 

Immobile 6,5

Un lavoro intensissimo e non del tutto oscuro; un paio di rifiniture preziose nel primo tempo, la corsa al servizio della profondità. 

Insigne 7,5

La qualità al servizio di una straordinaria intensità. Partita da consacrazione internazionale. 

Berardi 6

La corsa, la ricerca dei varchi; lampeggiano di più le occasioni sprecate però, rispetto al cambio di passo che contribuisce a dare.

Pessina 6

Gli riesce difficile portare su l’Italia; corre a vuoto anche lui, quando la Spagna porta la palla dove vuole, ma la freschezza gli consente di correre più di altri.

Toloi 6 –

Sofferente, ancora una volta, con un certo tipo di avversari. 

Belotti 6,5

Cerca di aggredire finanche gli spazi che non esistono. Viene colpito in modo durissimo alla schiena; a volte arretra fino a fare il…Verratti, esibendo un’apertura mirabile.

Locatelli 6

Anche lui cerca di razionalizzare il presidio delle zolle giuste in virtù della maggiore freschezza. Anche lui è costretto a guardare il pallone scorrere tra i piedi di Olmo e compagni, il più delle volte. Poi il rigorino.

Bernardeschi 6

Comincia un pochino più indietro rispetto al solito, quantomeno per intasare i corridoi del palleggio spagnolo.

Mancini 9

Il voto sarebbe stato lo stesso in ogni caso: aveva iniziato un percorso identitario, oltre che tecnico; ha fidelizzato giocatori e, trasversalmente, tifoserie; ha offerto un calcio efficace e a tratti sorprendente. 

E POI SÌ: SIAMO IN FINALE BELLEZZA. 

Paolo Marcacci