Si può fare tutto con la mascherina, perfino l’attività fisica in palestra. Così suggerisce il noto rotocalco turbomondialista “La Repubblica”, voce del padronato cosmopolitico. Repubblica fa questo annuncio mostrando l’immagine a tutta pagina sul proprio profilo Instagram ufficiale di una ragazza intenta ad allenarsi con zelo in palestra. Ella esibisce il proprio volto coperto dalla nuova uniforme del regime terapeutico. E io senza ambagi vi domando in modo diretto e senza troppe mediazioni di cortesia: e voi perché mai vorreste togliervi il fetido cencio dal volto, rivoltosi che non siete altro? Perché mai vi rifiutate di coprirvi la faccia con la nuova uniforme del regime tecnosanitario? Perché seguitate a opporvi alle ingiunzioni del nuovo potere e agli automatismi riflessi di un gregge che in maniera acefala accetta tutto quello che gli viene imposto dalla fabbrica della manipolazione organizzata?

Con buona pace di quanti ancora superficialmente ritengono che tutto ciò che sta accadendo, compreso l’obbligo della mascherina, sia semplicemente una scocciatura passeggera legata all’emergenza, giova rammemorare un aspetto. Come segnalato prontamente da “Il Messaggero”, il Governo britannico già progetta di rendere obbligatorio il dispositivo protettivo che copre il volte per i prossimi 5 anni. Il sogno del potere, da sempre, è di disporre di una batteria di manichini senz’anima, pronti cadavericamente a obbedire senza esitazione quand’anche si tratti delle prescrizioni più surreali o addirittura demenziali. Per questo i sudditi ideali del nuovo, squallido e infame regime terapeutico, che si è venuto istituendo su scala planetaria, sono le pecore belanti e terrorizzate. Esse obbediscono automaticamente anche agli ordini più demenziali, come è fare attività fisica con il volto coperto dal fetido cencio o ancora camminare da soli per strada all’aria aperta occultando il proprio viso con la tetra uniforme del potere.

L’immagine che meglio restituisce l’idea dei nuovi sudditi passivi e terrorizzati è quella del gregge e delle pecore senza più traccia di dignità. Chi si piega a queste ingiunzioni demenziali è connivente, è un patetico servo del Leviatano terapeutico che presto o tardi dovrà rendere conto a sé e agli altri del proprio agire. Che cosa racconteranno ai propri figli e ai propri nipoti le pecore che ora si coprono il volto per strada e rinunciano agli affetti? Diranno che, poiché vi era il virus, era lecito e anzi doveroso nascondere il volto, rinunciare al vivere civile, abbandonare ogni legame sociale, piegarsi al nuovo potere repressivo dell’ordine tecnosanitario?

Deve essere chiaro, come più volte ho provato a sottolineare, che la funzione precipua della mascherina non è di ordine medico e protettivo. La sua è una funzione principalmente politica, la funzione di un segnale come apertamente si lasciò scappare un protagonista del nuovo ordine terapeuticamente corretto. In particolare si tratta di un segnale che mostra come tutti abbiamo l’uniforme e ci riconosciamo in quanto sudditi del nuovo potere. Un segnale che rileva che tutti siamo potenzialmente malati. Un segnale che mostra come l’emergenza non sia finita e anzi sia potenzialmente infinita. Un segnale che indica la disumanizzazione dei rapporti umani, terribilmente espressa dalla sparizione dei volti.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro