Una tassa alle multinazionali del 15%: questa la proposta partita dal G7, subito fatta passare come storica da politici e media. Un trattamento fiscale che per qualunque cittadino o qualsiasi impresa sarebbe un vero e proprio sogno, figurarsi per chi ha già le tasche piene di soldi. Così i ricchi continuano a essere i più privilegiati, nonostante la crisi da Covid abbia messo a nudo la solidità dei colossi economici e la precarietà della piccola e media impresa italiana.

“Questa pandemia non ci ha insegnato nulla”: chiaro e netto il messaggio lanciato in diretta ai microfoni di Stefano Molinari da Paolo Bianchini nei confronti di un “senso di comunità” ormai perso. Secondo il presidente del Movimento Imprese Ospitalità Italia l’intero sistema Paese dovrebbe essere coeso contro l’accumulazione di potere acquisito dai pochi e soliti noti: uno su tutti Amazon.

Sarebbe quindi necessario ritrovare l’identità di un popolo, quello italiano, che rischia di essere colpito da “una volontà da parte dell’intellighenzia a Bruxelles di far sparire la piccola impresa”. In questo quadro Bianchini inserisce l’annuncio del 15% di tasse, che giudica “ridicolo rispetto a quelli che sono i margini di fatturato che quest’anno le multinazionali hanno prodotto a discapito dei piccoli e piccolissimi imprenditori”.

Ecco l’intervento di Paolo Bianchini a Un Giorno Speciale.

“Oggi fare il ristoratore non significa più stare in cucina e cucinare l’amatriciana più buona di quello che ti sta a 5 metri. Ma collaborare con quello che ti sta a 5 metri, occuparsi di comunicazione, occuparsi di contabilità, avere una visione di insieme dell’impresa che è diversa oggi rispetto a quella che era l’impresa di dieci anni fa. Viviamo in un mondo dove la collaborazione, il geomarketing, tutta una serie di ragionamenti che vanno ad allargare la rete delle imprese.

Non è più il tempo di farsi la guerra tra bottegai a distanza di due metri per chi cucina meglio la carbonara. Non è più questo il tempo: dobbiamo capire che il gioco di squadra fa vincere l’Italia. Qui c’è l’Italia sotto attacco. Parliamo non a caso di attacco delle multinazionali, perché stanno aprendo ovunque.

C’è praticamente una volontà da parte dell’intellighenzia a Bruxelles di far sparire la piccola impresa: questo ormai lo abbiamo capito tutti. Il gioco è questo, cioè vogliono far sparire la piccola impresa per farla sostituire dalle grandi aziende industriali sia manifatturiere, sia dell’abbigliamento, sia purtroppo dell’alimentazione.

15% di tasse alle multinazionali? È ridicolo rispetto a quelli che sono i margini di fatturato che quest’anno le multinazionali hanno prodotto a discapito dei piccoli e piccolissimi imprenditori. È un primo passo, ma il 15% è ridicolo. Tu fai il 15% per le multinazionali e destini, se vuoi, questo margine che tu hai in più di tassazione che lo Stato introita per far diminuire le tasse alle piccole e medie imprese. Se noi non salviamo i piccoli, il tessuto economico e sociale della nostra Italia va a farsi benedire. Ecco perché noi invitiamo gli italiani a andare in una cantina a comprare il vino anziché andare al supermercato.

Non possiamo permettere che tutto venga venduto online da Amazon, non è possibile. Così significa perdere l’identità di un popolo. Questa cosa gli italiani non la stanno capendo, è il rischio che corriamo”.