Qualcuno pensa, e non si capisce bene perché, che i vaccini dovrebbero essere sicuri al 100%. Ma in realtà questa sicurezza non c’è mai. Anzi questi nuovi vaccini a mRNA e a vettore virale sono mediamente più efficaci di tutti quelli che li hanno preceduti. Voglio dire che anche i vaccini che facciamo ai nostri figli non sono efficaci al 100%. Sicuri lo sono, ma nella stessa misura in cui sono sicuri questi. Anzi qui abbiamo una percentuale di efficacia molto elevate, al di sopra del 90-95% per quelli mRNA e al di sopra dell’85% per quelli a vettore.

Dunque sono percentuali che, per esempio, il vaccino contro il virus influenzale non raggiunge fermandosi intorno al 60-65%. Questo significa che quella percentuale residua, che non permette di coprire il 100%, può essere infettata nonostante il vaccino e può addirittura avere una malattia anche grave oppure morire. Perché quella efficacia si riferisce alla forma di malattia grave o alla morte per la percentuale indicata.

Naturalmente questo comporta soprattutto che ci siano infezioni anche in chi è vaccinato, oppure la malattia grave o la morte. Questo dipende anche dal fatto che la vaccinazione deve essere completa. Non si può prendere l’esempio inglese dove sono stati vaccinati sostanzialmente quasi tutti, però quasi soltanto con una prima somministrazione, quindi manca la seconda per considerarsi immuni. Dopo una settimana o due dalla seconda somministrazione a quel punto la tua immunità è quasi totale, ed è quella che ci serve non potendo raggiungere la sicurezza assoluta.

Dunque tutti questi discorsi su quello che accade in Inghilterra andrebbero riposti in un’altra maniera. I vaccini che abbiamo davanti sono molto efficaci, molto sicuri e per adesso non ci fanno registrare problematiche tali da non procedere con la somministrazione, che è l’unica cosa che ci porterà fuori dalla pandemia. Perché è evidente che in Inghilterra e in Israele, quando ancora non era iniziata la buona stagione, si è riusciti ad uscire fuori dai numeri così gravi e pesanti solo grazie ai vaccini.

Dunque quella è la strada, cerchiamo di farla tutti insieme perché poi si possa ricominciare a fare tutto in maniera aperta. Continuare invece a titubare, o a indicare addirittura vittima del vaccino il giocatore della Danimarca Eriksen, significa non aver capito niente non soltanto di vaccini e di medicina, ma anche della nostra esistenza come sapiens.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi