“Vassalli, valvassori e valvassini”: è il nome dell’inchiesta realizzata dalla redazione di Report nell’ottobre del 2020, finita nel mirino della magistratura per mano di una sentenza che si porrebbe di traverso rispetto ai principi della libertà di stampa. Da giorni si discute del ricorso accolto da parte del tribunale amministrativo regionale del Lazio, presentato dall’avvocato Andrea Mascetti che di quel servizio andato in onda su Rai3 è stato oscuro protagonista. La trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci aveva portato alla luce alcune vicende contorte sugli appalti pubblici in Lombardia, compresi i rapporti tra Mascetti e funzionari della Lega. In seguito a quell’inchiesta, il legale aveva chiesto di accedere a tutto il materiale informativo e il tribunale gli ha dato ragione.

“Il problema è la motivazione con cui il Tar ha accolto questa richiesta – commenta Ranucci ai microfoni di Francesco Vergovich – sostanzialmente perché ha equiparato il ruolo del giornalista e del servizio pubblico della Rai, e solo quello della Rai, a un semplice funzionario amministrativo”. In questo modo si verrebbe a creare una disparità a tutto svantaggio degli operatori del servizio pubblico, come ha spiegato il conduttore della trasmissione motivando la sua contrarietà alla sentenza: “Intanto ha dei profili di incostituzionalità perché crea dei giornalisti di serie A e dei giornalisti di serie B, perché ai giornalisti del settore privato non si può chiedere questa documentazione”.

Ecco l’intervento di Sigfrido Ranucci in diretta a Un Giorno Speciale.