Danni per 21,8 milioni di euro: è questa la cifra stimata nel documento dell’Avvocatura dello Stato sull’operazione delle mascherine che coinvolge l’ex Presidente della Camera Irene Pivetti. Una cifra che viene raggiunta sommando penali, mancate consegne e l’errore clamoroso della Protezione Civile che ha versato ben 13 milioni di euro anziché 1,3 all’atto di effettuare il bonifico.

Chi li restituirà questi soldi? Chi li risarcirà?

Su questo si interroga Sigfrido Ranucci in diretta a ‘Un giorno speciale’ nel dare alcune anticipazioni su servizi inchieste che andranno in onda questa sera nella puntata di Report. Ecco cosa ha detto ai microfoni di Francesco Vergovich.

“Abbiamo scoperto che c’è stato uno zero in più che è stato messo per errore a un bonifico fatto dalla Protezione Civile all’ex Presidente della Camera Pivetti. Un anticipo di 1,3 milioni sulle mascherine è diventato di 13 milioni di euro. L’ex Presidente della Camera dice ‘Io non ve li restituisco’ perché dice che sono state sequestrate mascherine che erano buone, che lei le aveva anticipate e quindi se volete andate a prendere le mascherine che sono rimaste bloccate in Cina: io quei soldi non ve li restituisco.

Abbiamo trovato un documento anche inedito dell’Avvocatura dello Stato che ha quantificato il danno che ha avuto lo Stato da questa operazione delle mascherine. Tra penali, mancate consegne e l’errore dello zero in più, ci è costato la bellezza di 21,8 milioni di euro. Chissà se qualcuno li restituirà o li risarcirà.

Poi abbiamo una serie di perle che riguardano gli appalti Covid, abbiamo speso circa 12 miliardi di euro di appalti per proteggerci dal virus e dentro ci si sono infilati imprenditori, società che erano inattive fino al giorno prima, faccendieri e poi in un appalto da 83 milioni di euro ci si è infilata una ex casalinga, scopriremo chi è. Vedremo come dietro a questi consorzi ci sono anche vecchi politici noti anche al Comune di Roma.

Se tu sei un’azienda inattiva da 2-3 anni, o se fai lo stampatore di gossip, ma cosa ne puoi capire di dispositivi contro il virus? È più facile che ti dia una sola, che sia inattendibile o che non sappia giudicare il prodotto se è buono o meno. Io capisco l’emergenza, ma questa è un’esperienza che ci deve insegnare una cosa: su determinati aspetti che riguardano la salute non si può scherzare o improvvisare. Bisogna che lo Stato sia preparato, altrimenti si rischia di importare, come è successo, dispositivi dall’estero che non sono conformi, per i quali spendi dei soldi e metti anche a rischio la salute delle persone e degli operatori sanitari”.