Come ben sapete è ormai certo: Mario Draghi occuperà un posto di primaria importanza nell’economia dello Stato nazionale italiano. Non ce ne stupiamo, invero.
Era già da tempo che prevedevamo uno scenario di questo tipo, si trattava soltanto di attendere il momento opportuno, quello che i greci chiamano il “kairos”. E il kairos è arrivato.
Il momento decisivo è esattamente questo: è il momento di un’Italia stremata da un’emergenza epidemiologica che è soprattutto un’emergenza economica, sociale e politica.

Il momento è opportuno anche in ragione del fatto che l’Italia è indebolita da un governo giallofucsia che si è rivelato palesemente non all’altezza, e indebolita ancora dal contegno del tosco nichilista Matteo Renzi, che come ago della bilancia dirimente ha pensato bene di staccare la spina del governo proprio nell’apice della crisi.
E proprio ora, non in un altro momento, era il kairos, il tempo opportuno affinché giungesse proprio lui: Mario Draghi. L’euroinomane, l’uomo dei mercati speculativi, l’uomo del Britannia, l’uomo del motto “cedere la sovranità dell’Italia all’Europa”.

Che cosa accadrà nei prossimi mesi non è difficile da capire: il destino dell’Italia è tracciato. La traiettoria che accompagna il nostro Paese verso il precipizio è ormai segnata.
Quel che colpisce – ma ormai fino a un certo punto – è l’atteggiamento euforico e baldanzoso di tutte le principali centrali del potere nel mondo intero, oserei dire, dinanzi alla notizia dell’arrivo di Mario Draghi. I mercati festeggiavano giubilanti, i principali giornali celebravano con tono a cavaliere tra il grottesco e il servile l’arrivo dell’uomo del panfilo Britannia.
Tutti i potentati, in sostanza, giubilavano festosi per l’arrivo di Mario Draghi. Ed è proprio questo il tratto più preoccupante.
L’emergenza sta proprio nel fatto che i nemici delle classi nazional-popolari festeggiano.

Se Mario Draghi viene celebrato con tanta enfasi dai nemici delle classi popolari, dai mercati, dal padronato cosmopolitico, dagli intellettuali perennemente scodinzolanti rispetto al potere dominante, occorre a questo punto che le classi nazional-popolari tremino, dacché il loro destino è davvero segnato: di qui in poi la strada sarà un piano inclinato che condurrà l’Italia verso il baratro.

Del resto curiosamente in un titolo, che sembrava più che altro un lapsus, si diceva proprio ieri che i giornali stranieri dicono festosi che Draghi salverà l’Italia.
Come è noto, i giornali stranieri altre priorità non hanno se non la salvezza dell’Italia, proprio come i mercati.
Possiamo dirlo senza perifrasi edulcoranti: Mario Draghi è l’uomo giusto.
L’uomo giusto per svolgere la parte che gli verrà affidata, che sarà quella di curatore fallimentare dell’Italia.
L’Italia è perduta“, se volessimo riprendere le parole di Jacopo Ortis. Ormai tutto è perduto, il sacrificio della nostra Patria si è consumato. La cessione di sovranità è dietro l’angolo.

Curiosamente il potere in Italia è pressoché tutto allineato con Mario Draghi. Anche la Lega di Salvini sembra orientata verso il dialogo. Del resto proprio Salvini aveva detto intorno alla figura di Draghi, qualche tempo addietro, “why not?” (“Perché no?”): ancora una volta destra “bluette” e sinistra fucsia appaiono le due ali del medesimo liberismo, che ha per testa, in questo momento, Mario Draghi.

RadioAttività, con Diego Fusaro – Lampi del pensiero quotidiano