Parlare di Draghi significa parlare del rapporto tra la finanza, l’economia e la politica. Oggi la finanza e le banche stanno ormai al posto della politica. Draghi è plasticamente la narrazione di quello che è successo in questi ultimi 30 anni.

Siamo passati da Ciampi, a Dini, a Monti e oggi a Draghi. E la politica ha seguito totalmente e pedissequamente i piani di questa grande finanza.

Parlo delle privatizzazioni, della totale estirpazione di qualunque progetto di sovranità popolare, delle condizioni di vita del ceto medio impoverito.

Oggi tra stampa, tv e rete c’è un’enorme macchina che si sta muovendo per costruire il consenso rispetto a Draghi che sta diventando il salvatore della patria.

Saranno le nuove generazioni, i nostri figli, i nostri nipoti che nel 2100 pagheranno ancora questi prestiti con condizione, con il comando dell’Unione Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea.

È quindi con grande senso di responsabilità che cerchiamo di avvertire il popolo di ciò che sta accadendo. La politica si sta piegando. 5 Stelle, la sinistra, la Lega, sono tutti sotto botta.

È una potenza di fuoco nei confronti del popolo italiano: si insedia l’uomo che diceva “qualunque cosa per l’euro”.

3 minuti con Marco Rizzo


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