Il vertice dell’Unione europea di ieri è un buon osservatorio per analizzare le prime concretissime mosse politiche di Mario Draghi. Dall’affaire di Draghi che ricorderete la parte più grave non è il plagio in sé, ma l’identità del plagiato. Giavazzi è un liberista di ortodossa fede, nonché un cultore delle privatizzazioni e dell’austerity.

Ad ogni modo torniamo al vertice dell’Unione Europea. Tra i temi trattati occupa un posto di primissimo piano quello della vaccinazione di massa legata al covid-19. Mario Draghi, come prevedibile, ha assunto posizioni che potremmo ragionevolmente definire radicali: accelerazione delle vaccinazioni, seria presa in considerazione del certificato vaccinale. Quest’ultimo, cioè il certificato vaccinale, è stato apertamente salutato da Mario Draghi come un provvedimento indispensabile, perché permetterebbe – dice Mario Draghi – di riaprire immediatamente e di garantire la mobilità in Europa. Come a dire che senza il certificato vaccinale non sarà possibile riaprire e spostarsi per l’Europa.

Addirittura Mario Draghi ieri ha parlato di trattative europee per incrementare la produzione di vaccini. E ha altresì precisato che non è questo il momento di essere solidali con i più deboli.

Dal vertice dell’Unione europea di ieri apprendiamo che in ordine sanitario Mario Draghi si colloca in piena continuità con il Governo giallo-fucsia che lo ha preceduto. La conferma del ministro Speranza ne è la prova più mortificante. Insomma anche con Mario Draghi procede indefessamente il miserrimo tempo dei lockdown, dei coprifuoco e dei divieti.

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