E Renzi che fa?
Domanda ricorrente tra gli oppositori quando il leader di Italia Viva occupava il posto da premier. Ora la poltrona delle poltrone è però vacante e l’ago della bilancia potrebbe ancora una volta essere, nel bene o nel male, proprio Renzi.
Per la formazione di un nuovo esecutivo gli italovivi non chiudono le porte a un nuovo Govreno a trazione Conte.
Il Conte Ter potrebbe farsi strada in questi giorni tra le altre ipotesi, cioè quella di un governo istituzionale (le famose “larghe intese”), o addirittura un esecutivo a trazione centrodestra che però con gli attuali senatori e deputati in carica potrebbe non garantire la stabilità pretesa da Mattarella.
Il voto non sembra essere contemplato tra le possibilità principali. Insomma, tutto fermo finché non si pronuncerà Italia Viva, in rappresentanza del quale è intervenuto a ‘Lavori in Corso’ il deputato Luigi Marattin.

Noi di Italia Viva non mettiamo veti su Conte. Non diciamo ‘o Conte o morte’, semplicemente non crediamo che in questa fase il punto cruciale sia su chi fa il Presidente del Consiglio, ma su cosa intendiamo fare nei prossimi 18 mesi che secondo me sono i più cruciali della storia repubblicana italiana. Prima occorre decidere cosa fare, poi vedere su chi incarnarlo meglio.

Riconosco che non sempre siamo i migliori nell’approcciare all’opinione pubblica e comunicare le nostre posizioni. Tra le cose che deve insegnarci questa fase è anche essere critici con noi stessi. Però noi abbiamo sempre detto la stessa cosa: non è che abbiamo iniziato questa storia perché ci stesse antipatico Conte, l’abbiamo fatto perché non ritenevamo che questo governo non fosse all’altezza di questa sfida che il Paese sta vivendo.
Noi usciremo dal Covid quest’anno con un debito pubblico del 160% del PIL: se torniamo a crescere come siamo cresciuti negli ultimi vent’anni in media, cioè con lo “0,…%” non si regge un paese con questo debito. Serve prendere una serie di decisioni chiare, perciò chiediamo un cambio di passo forte.

Stanno venendo al pettino i nodi di questi ultimi trent’anni in cui hanno governato tutti. Magari perché non siamo riusciti a darci regole di democrazia stabili sulla legge elettorale, abbiamo fatto un mix tra maggioritario e proporzionale per tentare di accontentare tutti ma finendo per sommare i difetti del sistema elettorale, non i pregi. Quindi ci sono scelte non più rimandabili“.