Parliamo di idee. Lo so, potreste dire “c’è la crisi sanitaria, c’è la crisi economica e questo ci parla di idee?“.
Beh, 100 anni fa è nato il Partito Comunista. Io sono un comunista, quindi devo ricordare i motivi di quella scelta e valutare se quelle ragioni sono ancora valide.

Perché davvero, uno può pensare che non ha senso parlare di una cosa che è vecchia nella storia. Ma è servita, quella cosa lì? Quelle idee sono ancora valide?
Viviamo in un Paese in cui Bezos non paga le tasse. Siamo in una situazione in cui una multinazionale del web può censurare l’account social del Presidente degli Stati Uniti d’America.
Oggi ci sono 26 persone al mondo che detengono la ricchezza della metà più povera dell’interno pianeta.
Oggi le disuguaglianze le verifichiamo giorno dopo giorno: il ceto medi in Italia si sta proletarizzando drasticamente.

In una situazione così grave servono, intanto, delle idee.
Io credo che l’idea fondamentale che deriva da quella scelta di Antonio Gramsci nel 1921 sia quella secondo cui è la politica che comanda la finanza. Guardate, è una cosa molto importante.

Oggi il governo italiano fa ridere. Parla delle briciole.
Ma le scelte in Italia sono fondamentalmente prese dai grandi gruppi industriali. Certo, anche italiani: penso a FCA che si prende 6,3 miliardi di euro di prestiti garantiti in due giorni dall’esecutivo italiano, ma poi la “Punto” la fanno in Polonia e la sede legale la stabiliscono in Olanda.

E’ un mondo fatto per i grandi, che stanno schiacciando i medi e i piccoli. C’è quindi la necessità di unire queste forze. Per cosa? Per lo stesso tema in voga nel 1921: il lavoro.
Dobbiamo lavorare tutti, lavorare meno, non pagare i Redditi di Cittadinanza alle persone, ma farle lavorare. Questa è la proposta che dobbiamo fare.

La cosa divertente è che in questi giorni a parlare in TV del Partito Comunista sono quelli che l’hanno sciolto.
A Livorno addirittura hanno mandato Andrea Romano a commemorarlo.
I miei compagni lì presenti (chiaramente senza violenza) glie le hanno cantate: ma come, quelli che hanno ucciso il PCI sono quelli che ne parlano?
Gli Occhetto, i D’Alema… come se facessimo commemorare Giulio Cesare a Bruto. E’ la stessa cosa.

Capite quindi quanto ci sia dietro questa sinistra finta (legata alle banche e alla finanza) che non fa parlare chi si richiama davvero a quella storia.

Gramsci oggi si rivolterebbe nella tomba a vedere un Governo di pseudo-sinistra che governa coi voti della moglie di Mastella, di Tabacci e della Polverini, che ha fatto il “salto della quaglia”.

Viva le idee.
Viva il Partito Comunista.

3 minuti con Marco Rizzo


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