Sono certo che non abbiano il pensiero corretto coloro che ritengano che la morale debba essere esclusa dal pensiero economico perché il pensiero morale potrebbe alterare, secondo loro, la purezza dell’osservazione pragmatica e statistica.

Poi però sono gli stessi che non sanno darsi una risposta del fatto che in Italia ci siano 5 milioni di persone sotto la soglia di povertà, e alzano le braccia di fronte alla “ineluttabilità e imprevedibilità” della crisi. Senza dunque abbracciare l’ipotesi che tutto questo abbia profonde radici etiche e non finanziarie come essi credono.

Da una parte ci sono i complottisti, dall’altra ci sono gli idioti. Gli idioti pensano a quello che dicono i complottisti e chiamano complottisti quelli che complottisti non sono.

Cosa vuol dire?

Da circa 40 anni questi ingenui, queste persone prive di capacità critica, sono state plasmate all’abbandono del pensiero critico. Togliendo materie come la filosofia dal dibattito economico abbiamo formato dei perfetti idioti, cioè delle persone che si fanno fregare dai giornaloni, dagli organi di informazione di regime.

E dato che gli esponenti del pensiero unico dicono che i complottisti sono quelli che come me non accettano il pensiero unico perché palesemente falso, questi idioti pensano che sia vero. E danno dei complottisti e cospirazionisti a coloro che dicono che se abbiamo così tanti poveri è perché l’economia non è quella giusta, o che se il debito pubblico aumenta vuol dire che le ricette degli ultimi 20 anni sono sbagliate.

Ecco, i veri complottisti sono quelli che usano gli idioti affinché vadano contro quelli che usano la ragione.

Malvezzi Quotidiani, pillole di economia umanistica con il Prof. Valerio Malvezzi