Colpo di scena: l’Inter perde a Genova. Vado spiccio sul risultato perché è roba grossa, dopo otto vittorie consecutive lo squadrone nerazzurro viene rispedito a casa da una squadra non certo irresistibile. Direi che è stato un revival laziale, tre gol tutti di ex biancazzurri, Candreva, Keita e De Vrij, ansia continua a bordo campo, tutti dentro da Lukaku a Eriksen, da Vidal a D’Ambrosio a Perisic, roba di football paesano per rimediare a un risultato clamoroso, due rigori e altre cose decise e non decise da Valeri (seconda ammonizione di Barella evaporata dinanzi alle proteste di Oriali che ha offerto il petto al cartellino giallo!), ottima prestazione di Audero che essendo un portiere ha fatto il dovere relativo, non lo stesso si può scrivere di Handanovic lentissimo nel coricarsi sul raddoppio doriano, incertezze difensive di Bastoni, non bene il centrocampo così come gli attaccanti hanno fatto i conti con un prato fradicio, una difesa tosta e un portiere gagliardo. Ranieri ha sistemato la squadra come sa lui da sempre, moltissime occasioni interiste ma questo non serve a nulla se si resta con la polvere tra le mani.

Sta a vedere che Roma-Inter diventa la partita scudetto a sorpresa, la frenata non può cambiare il progetto nerazzurro ma è proprio questa la nuova chiave del campionato che propone sorprese. L’Inter ha poco da rimproverarsi anche se i cinque cambi adottati dall’allenatore sono la conseguenza di un affanno che non può e non deve riguardare una squadra che cerca il titolo e appunto la prossima sfida con la Roma dirà se la sconfitta di Marassi ha inoculato veleno o se si è trattata di un pomeriggio di maltempo passeggero, dopo otto giornate di sole pieno.

Tony Damascelli