I numeri del Governo sono ballerini da tempo e il tempo non sembra assolutamente migliorare nei dintorni di Palazzo Chigi. Eppure l’opposizione, che ha sempre attaccato in modo più o meno accanito il lavoro del Premier Conte e della sua maggioranza, non è mai riuscita a sferrare la spallata decisiva.

Le critiche soprattutto di Matteo Salvini e Giorgia Meloni non sono mai mancate per mezzo di social, televisioni, giornali e tutti i media a disposizione. Ma in Parlamento, dove la caduta di Conte si dovrebbe concretizzare, non sempre sono riusciti nei loro intenti dichiarati.

“Un’opposizione vera, minimamente organizzata, avrebbe già mandato a casa questo Governo”: è il commento di Marco Antonellis, giornalista e retroscenista, ospite di Francesco Vergovich insieme a Mauro Masi.

Questo l’intervento di Antonellis a Un Giorno Speciale.

“Non è questione di essere tiepidi o duri quando fai l’opposizione. E’ questione di avere un progetto credibile per il Paese. Tu puoi strillare quando ti pare, ma se non sei credibile e non hai un’alternativa in mano, tutto questo strillare non ti serve a niente.

Un conto è andare in giro nei talk, strilli di qua e strilli di là duemila proposte che tu opposizione sai benissimo che rimarranno lettera morta. Un conto è fare opposizione intelligente. La debolezza dell’opposizione te lo dimostra il fatto che un Governo debolissimo che ha mezzo numero in più rispetto all’opposizione in Senato sta sempre lì. Fatti una domanda e datti una risposta. Un’opposizione vera, minimamente organizzata, avrebbe già mandato a casa questo Governo. Così allungano solo la vita al Governo Conte.

Qua c’è un Governo che è partito dai bonus e si è fermato ai bonus. Manca un vero progetto di rilancio del Paese, che poi è quello che sommessamente Mattarella spesso fa notare. Sarebbe importante cominciare a vedere un vero progetto di rilancio per il Paese. Senza dover aspettare i soldi dell’Europa. Perché più aspettiamo e più vediamo che questi soldi non arrivano. Sono sempre più a rischio. E per come stiamo messi, non possiamo stare ai comodi di Ungheria e Polonia.

Attenzione perché nei primi mesi del prossimo anno ne vedremo delle belle. Saranno finiti i soldi e in più dovranno arrivare quelli Europei. Sarà molto dura da gennaio a giugno. Siamo arrivati a fine anno e i soldi dell’Europa non si sono visti.

Anche perché, inutile che ce lo nascondiamo, in Europa non ci hanno mai particolarmente amato. Francia e Germania hanno pensato più agli interessi loro, che non ad aiutare l’Italia”.