Che Natale sarà quest’anno? Sono in molti a chiederselo, e non soltanto per le disposizioni governative su cosa si potrà o non si potrà materialmente fare. I dubbi, infatti, riguardano principalmente la disponibilità economica con la quale ciascuno si affaccerà alla fatidica data. Quanti potranno permettersi un pasto caldo il 25 dicembre?

Una questione quella natalizia, che va oltre cenoni e regali di Natale: essa si fa infatti emblema di tutte le aziende chiudono, del tasso di disoccupazione che sale, dei sussidi che non bastano.

Come pensa il Governo di tenere in piedi un paese in queste condizioni?

E su questo che si è interrogato in diretta il Prof. Valerio Malvezzi. Mentre il Primo Ministro pare occuparsi soltanto dell’orario della cena natalizia, l’Italia vede svanire ogni possibilità di ripresa. Le soluzioni ci sono e sono subito attuabili, secondo l’economista, ma bisogna agire in fretta. Lo spiega chiaramente proprio in questo video: ecco cosa ha detto a Francesco Vergovich e Fabio Duranti nel corso della mattinata di ‘Un giorno speciale’.

Io intorno a me vedo aziende che chiudono, gente alla fame, posti di lavoro che si perdono… Sono 40 anni che facciamo quella strada lì, non è possibile che per caso sia sbagliata? Non potremmo magari pensare che sia possibile andare in una direzione diversa? Dopo 40 anni che alzate le tasse e togliete le spese deducibili, ma dove pensate di arrivare? Davvero pensate che la questione sia fare il cenone di Natale alle 10, a mezzanotte o alle 8 di sera? Perché non parlate di quante persone non avranno i soldi per fare il cenone di Natale? È questa la realtà drammatica dell’Italia di oggi.

Com’è possibile che continuiamo a parlare di soluzioni di finanza. Dobbiamo parlare di come creare imprese! Lo Stato potrebbe fare tantissimo. Bisogna cambiare le regole del gioco. Non servono soltanto persone competenti, servono persone coraggiose.

La mia preoccupazione è che a un certo punto si tolgano gli stati, si tolga la democrazia, si tolga il mondo pubblico e arriveremo a un mondo fatto di multinazionali e monete private. Loro con il fatto di regalarci la chiusura di un debito pubblico in realtà compreranno a prezzi di saldo i beni pubblici. Questa è la battaglia che noi dobbiamo fare“.