Nuovi contagi di Coronavirus: da domani, 5 regioni passeranno dall’essere zone gialle a zone arancioni. Basilicata, Toscana, Liguria, Umbria e Abruzzo vedranno la riduzione di spostamenti e chiusura di bar, ristoranti e pasticcerie.

Mi permettevo di dire al Governo che bisognava concentrarsi sulla realizzazione dei posti letto all’interno degli ospedali”. Con queste parole il Presidente della Regione Abruzzo esprime il suo disappunto nei confronti del Governo. Il Governatore abruzzese inoltre richiede una fornitura massiccia di tamponi e più attenzione ad alcune esigenze importanti che sarebbero state messe da parte a causa di una burocrazia troppo lenta.
Non un semplice incidente, secondo Marsilio, ma una precisa scelta “da burocrazia sovietica con tanto di miti sui piani quinquennali“.

Ecco il suo intervento a “Lavori in corso”.

“C’è un dato ossia Rt, che quando supera 1,50 farebbe entrare nello scenario 3. Noi abbiamo toccato 1,51 e quindi questo indice Rt ci farebbe già da questo punto di vista questo scenario 3. Tuttavia ci sono regioni che hanno un indice maggiore del nostro e sono ancora in zona gialla.

Oggi non esiste un ospedale che non ha problemi. I Pronto soccorso sono presi di assalto, le terapie intensive sono aumentate e hanno superato le disponibilità all’interno dei reparti di malattie infettive e pneumologia, il che significa dover sottrarre a chirurgia altri spazi anche per reperire personale. Nessuno può fornire risorse economiche, si sta ovunque raschiando il fondo del barile. Il personale disponibile è poco e niente, e quello che c’è lo stiamo continuando ad assumere incrementando la forza lavoro.

Chiedo una capacità di produzione e fornitura importante di altre metodologie diagnostiche e screening che sono più veloci e possono essere fatte anche nelle farmacie e nei locali comunali.

Bisogna fare i conti con la realtà, le strutture sono sotto una pressione pesante e tutte le professioni mediche e sanitarie invocano misure restrittive. Sono le persone che stanno al fronte e sono anche logorate dalla stagione dura. Purtroppo siamo arrivati in questa condizione anche per le scelte politiche di percorso che io giudico sbagliate e che ho già denunciato a suo tempo.

Bisognava concentrarsi, anziché sulle discoteche, sulla realizzazione dei posti letto all’interno degli ospedali. Il piano di potenziamento della rete Covid era fermo perché si è scelta la strada della burocrazia sovietica per poterlo approvare e per poterci dare l’autorizzazione a fare i lavori. Nel Decreto Rilancio si stanzia più di un miliardo con l’obiettivo di arrivare alla seconda ondata pronti. Tutti lo sapevano che sarebbe arrivata ad ottobre. Bisognava dare quei soldi alle Regioni e dire ai presidenti di continuare ad agire in base alle regole previste dall’emergenza, ma questo non è stato fatto se non in minima parte. Da maggio siamo stati fermati”.


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