Avere ricondotto tutta l’economia a un fatto di formule matematiche di presunte certezze ci ha condotto a negare il caso derivante dalla relazione con gli altri esseri umani. Leggiamo la Storia con la chiave del vincente e non del possibile. Annibale e Hitler erano dei folli destinati al fallimento, perché oggi a Roma non si parla il fenicio e a Times Square non ci sono le svastiche. Alessandro Magno e Giulio Cesare avevano progetti non meno ambiziosi, ma sono considerati vincenti.

La Storia è sempre scritta dai vincenti perché hanno il potere e avendo il potere occupano le università, i centri di informazione, le banche, i centri finanziari e culturali, e a quel punto non è più consentito il dibattito.

Prendete per esempio le persone che possono andare nei talk show televisivi importanti: sono persone gradite a quelli che hanno occupato il sistema. Oppure quelli che fanno carriera nelle banche, nelle università, nelle istituzioni finanziarie, sono tutte persone gradite non al mondo politico, ma a chi governa il mondo politico. Perché oggi i politici sono di fatto i camerieri di padroni molto più importanti di loro.

Aver ricondotto tutta l’economia a formule matematiche, facendo credere che dietro la formula matematica ci siano certezze, è un grande inganno. Ci hanno condotti a negare il caso e l’irrazionalità che nei fatti economici hanno invece un grande valore.

Troppe volte ho visto imprenditori e anche commercialisti prendere decisioni irrazionali, eppure nei modelli matematici si spiega sempre che il mondo è fatto di media-varianza, statistico, razionale. Non è così, quella è una semplificazione dell’uomo. La realtà invece si spiega con formule dell’anima.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’economia umanistica con Valerio Malvezzi


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