Poteva andare peggio, soprattutto dal punto di vista logistico: le sfere mescolate da Ciro Ferrara consegnano a Fonseca e ai suoi giocatori un Girone A che, quantomeno, evita loro spostamenti difficoltosi e peripezie varie per raggiungere qualche landa sperduta dell’Europa centrale o della Scandinavia.

C’è il Cluj di Dan Petrescu, vecchia conoscenza della nostra Serie A, per quanto riguarda la carriera da giocatore. E vecchia conoscenza romanista il club transilvano, incontrato nella fase a gironi della Champions League nel 2008/2009 e nel 2010/2011, attualmente secondo con undici punti nella Liga rumena, dietro alla capolista Craiova.

Ci sono i bulgari del CSKA Sofia, un nome che ai romanisti più maturi ricorda gli ottavi di finale della Coppa dei Campioni 83/84. Guidati in panchina dal cinquantunenne Belchev, i capitolini sono terzi nella Efbet Liga con dodici punti dopo sette partite, ma a sole tre lunghezze dalla capolista Plovdiv.

Infine, ostacolo che tra i tre avversari del girone potrebbe essere considerato il più probante, visti i precedenti casalinghi con le italiane ma al tempo stesso quello che implica la trasferta più comoda, lo Young Boys, approdato alla competizione dopo il comodo tre a zero ottenuto tra le mura del “Wankdorf” di Berna. A guidarli, il tecnico Gerardo Seoane, quarantunenne con un passato da calciatore nella Liga con la casacca del Deportivo La Coruna e la cittadinanza spagnola. Due turni di campionato, finora disputato dal club di Berna, quattro punti in cascina.

Insomma, a conti fatti un girone che la Roma, oltre a dominarlo, può e deve gestire, in modo tale da ottimizzare le forze e limitare al minimo sindacale i disagi dati dalle gare del giovedì, soprattutto in trasferta.

Paolo Marcacci