Arriverà un vaccino? O finirà come l’HIV, curato tramite molteplici terapie? E’ la domanda delle domande sul coronavirus, la cui fine sembra uno scenario tutt’ora fantascientifico; ma chi studia una cura alternativa al vaccino, c’è.
L’ozono è un gas che può fare al caso del Covid: fatto gorgogliare in una sacca apposita, viene somministrato al paziente che sente sollievo immediato, vista la migliore ossigenazione nel sangue.

E’ quanto emerge dallo studio sull’ozonoterapia condotto dal Dott. Fabio Araimo Morselli, Direttore dell’unità operativa che se ne sta occupando presso il Policlinico Umberto I.
La ricerca è però tutt’altro che vicina a conclusione, nonostante i risultati incoraggianti.
Lo ha spiegato il Prof Araimo ai microfoni di Lavori in Corso.

Abbiamo mandato in pubblicazione un rapporto preliminare su 28 casi. In realtà quando si effettua un trial randomizzato a dubbio braccio come il nostro, un’evidenza clinica c’è quando si parla di un campione molto esteso, ma una cosa che è sicuramente venuta fuori è che l’ozono non ha effetti collaterali e non fa male.
Abbiamo anche potuto apprezzare un miglioramento della qualità della vita dal punto di vista della respirazione del paziente nelle ore successive al trattamento.
Il paziente assisteva a un miglioramento dell’ossigenazione nel sangue, quindi si sentiva meglio.

A tutt’oggi però non possiamo dire esserci alterazioni che abbiano mostrato la loro forza statistica in tutti i parametri che abbiamo analizzato.
Potrei dire adesso, tanto per cavalcare l’onda, che fa bene come la vitamina C, la vitamina D, come la lattoferrina: può essere qualcosa di utile.

Siccome abbiamo ricevuto delle critiche personali anche dalla comunità scientifica internazionale voglio essere chiaro: l’ozono non si può dire che guarisce dal Covid. Per completare questo trial dovremmo arruolare qualcosa come 500 pazienti. Speriamo che questa cifra non ci sia, perché appunto dovremmo arrivare a quella cifra, cioè a 500 pazienti con problemi respiratori abbastanza importanti“.


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