Dove eravamo rimasti? Già. Dopo le vittorie contro Shamrock Rovers, Bodoe/Glimt e Rio Ave, in quella serie infinita di rigori in salsa portoghese, il Milan è approdato in Scozia, a Glasgow, città che respira il calcio un po’ come Milano. Qui ha avuto inizio, questa sera, il cammino della squadra di Pioli nella fase a gironi dell’Europa League. Un avvio convincente e vincente, come le ultime partite giocate dai rossoneri, del resto.

Grazie all’1-3 impartito al Celtic, il Milan non solo si porta in Italia i primi 3 punti del girone. Ma, soprattutto, infila il 21^ risultato utile consecutivo consolidando una striscia positiva che fa morale. Sembra che abbondi nel Diavolo in questo inizio di stagione: si presenta dinanzi agli scozzesi come capolista a punteggio pieno della Serie A, se ne va dallo stadio ospite anche con il primato del girone europeo (a parimerito con il Lille, vittorioso sul campo dello Sparta Praga).

Nonostante il cambio di interpreti, tipico di quando si scende in campo il giovedì per la competizione continentale minore, non cambia il registro per gli uomini di Pioli. Krunic, gioca nel ruolo atipico di esterno alto, ma realizza la prima rete da quando è al Milan. Tonali ringhia in mezzo al campo, come l’allenatore del Napoli al quale si ispira, diventando il primo calciatore italiano nato negli anni 2000 a giocare da titolare in una partita europea, escludendo la fase dei preliminari. C’è gloria pure per Hauge, giovane attaccante norvegese che dopo aver segnato contro il Milan negli spareggi, ora esulta per la prima volta con la maglia rossonera.

Insomma, il Milan suona la stessa musica. Forse perché a dirigere l’orchestra lì davanti c’era ancora il vero regista di questa squadra, il trentanovenne Zlatan Ibrahimović. Oggi non segna, ma fa segnare, fa giocare e lo trovi in qualsiasi zona del campo. Attorno a lui ruota una rosa giovane, fresca, di un talento pronto ad esplodere.