Stando ai pareri, al solito discordanti, degli esperti in materia il coronavirus sarebbe sorto in Cina in un periodo non ben definito dello scorso autunno. Tralasciando l’origine, è ben noto come la Cina sia stato il primo Paese ad affrontare l’epidemia e anche uno dei primi ad uscirne.

Ancora oggi i cinesi godono di una situazione gran lunga migliore rispetto al resto del mondo. Non solo in termini sanitari con tutte le principali misure di prevenzione ormai scongiurate. Ma anche dal punto di vista economico, per via dei sorprendenti dati che arrivano dal Pil e dai rendimenti della Cina.

Del tema hanno discusso Luigia Luciani e Stefano Molinari intervistando l’economista Pietro Paganini. Ecco il suo intervento a “Lavori in corso”.

“Noi viviamo un conflitto ormai decennale tra lo Stato e le Regioni o le Regioni e lo Stato. Il Governo ha marzo ha preso una linea dura e molte regioni si sono lamentate. Oggi il Governo ha preso una posizione diversa, anche perché ha in mente di non andare verso il lockdown e di tenere aperto quanto più possibile.

Considerando una situazione ideale dove tutti girano e tutti sono in grado di infettarsi. Sarebbe una società perfetta, ma al momento non esiste. E di conseguenza la linea del Governo è di ridurre al minimo i contatti.

A dicembre la Cina era messa con le spalle a muro da una buona parte della comunità mondiale, compresi gli Stati Uniti. E oggi la Cina è l’unica che può cantare una vittoria. Qual è la fotografia della Cina penso non lo sappia nessuno. I problemi li hanno risolti a modo loro calpestando i diritti”.


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