Sin dall’inizio dell’epidemia causata dal covid un dilemma ha pervaso la mente degli studiosi, ma anche di genitori e famiglie davanti a questa nuova malattia: come mai i bambini sembrerebbero immuni ad un virus che ha fatto danni, sanitari ed economici, in tutto il mondo?

Alcune ricerche sono state intraprese e nuovi indizi sono emersi. Per indagare più a fondo sugli aggiornamenti in merito, Luigia Luciani e Stefano Molinari hanno intervistato il professor Paolo Palma, responsabile Immunologia Clinica e Vaccinologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

Ecco l’intervento del Prof. Palma a “Lavori in corso”.

Un nuovo studio dimostra l’immunità dei bambini?

“Lo studio è interessante ma non mi convince totalmente. Esistono studi in cui viene dimostrato che la ridotta infezione nei bambini è secondaria ad una serie di fattori. Ovvero sia, il bambino si infetta lo stesso come l’adulto, ma il decorso dell’infezione è nettamente più asintomatico”.

I fattori a favore dei bambini

“Non c’è sicurezza. Il bambino sotto i 10 anni presenta un livello di recettori ridotti. Così come c’è un discorso di immunità pregressa. E sicuramente un terzo elemento è l’aspetto ormonale. Esistono delle evidenze che dimostrano come gli ormoni giocano un ruolo importante per la diffusione del virus nel corpo. Aumetando la quota di ormoni, aumenta la capacità del virus di infettare la cellula”.

“L’esperienza svedese ci deve far riflettere”

“L’impressione è che questa seconda ondata stia colpendo di più i pazienti cronici. Ad oggi le misure di lockdown sembrano le uniche misure che hanno portato un impatto rilevante sulla diffusione del virus. L’esperienza svedese ci deve far riflettere sulla possibilità di considerare misure alternative. La mascherina da sola non ha un ruolo importante”.


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