Allo scoccare della mezzanotte di oggi, quasi 24 ore fa, è entrato in vigore il nuovo Dpcm con le ultime misure imposte dal Governo per contenere i contagi del coronavirus: divieto di feste private al chiuso o all’aperto, chiusura alle 24 di ristoranti e bar, stop gite scolastiche, calcetto e agli altri sport di contatto svolti a livello amatoriale.

Queste le principali novità apportate dal decreto, atto amministrativo contestato da più parti per ragioni sia di merito che di metodo. Nel merito viene rimproverato al Governo di aver elaborato norme troppo restrittive. Nel metodo viene accusato il Premier Conte per aver utilizzato ancora una volta uno strumento che non prevede passaggi parlamentari ed è quasi tutto ad opera del Capo del Governo.

I Dpcm destano parecchie perplessità anche a Guido Crosetto, coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia, intervenuto ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani. L’imprenditore, già ex deputato, è stato chiamato in causa anche per queste sue frasi: “Il sindaco di Roma? Guadagna meno di un idraulico e rischia molto di più”.

Sulla Capitale e sulla politica del Governo, Crosetto è stato intervistato a “Lavori in corso”.

Fare il sindaco a Roma

“Anche una come la Raggi, che ha fatto poco ma non le si può dire nulla sull’onestà, si è beccata avvisi di garanzia e rinvii a giudizio.

Il problema è che tutti hanno paura e una volta che sono entrati sotto i riflettori facendo il sindaco di Roma, si scatena la guerra tra i magistrati a chi arriva prima a contestare qualcosa.

Fare il sindaco a Roma è ancora più difficile rispetto alle altre città italiane. Roma ha perso molti treni, Roma non può essere amministrata in condizioni normali. Chiunque voglia fare il sindaco di Roma ha bisogno di leggi speciali perché altrimenti non riesce più a rialzare il destino di Roma”.

Roma è ormai Capitale solo nominalmente. Ha perso questo ruolo trainante e ci rimette tutto il Paese. Una Capitale importante serve a tutto il Paese. E’ drammatico, a me prende un senso di oppressione quando vedo come è trattata questa Capitale”.

Le responsabilità collettive

“Ci sono responsabilità che io vorrei ricordare: non ci si può mettere 12 ore di fila per fare un tampone e avere risultati 6-7 giorni dopo. La gente non può le telefonate dell’Asl per una settimana che nessuno dice se si può uscire o no. Manca tutta una parte di organizzazione e controllo che da marzo ad oggi doveva essere messa in piedi. E’ una follia. Oggi viene usato il Dpcm e hanno creato un precedente per cui domani si utilizza uno strumento che non ha alcun controllo parlamentare per fare qualunque cosa. E’ un errore disumano”.


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