“Divide et impera”, dice il famoso detto latino che in questi giorni potrebbe essere così mutato: “Covid et impera”.
Dopo il grande trionfo alle regionali, per il Governatore campano Vincenzo De Luca arrivano già i primi grattacapi. Nonostante il pugno duro dello “sceriffo” contro il Covid, che lo ha portato ad avere una buona fetta di consenso l’ultima volta che si è andati alle urne ma anche ad estendere l’obbligo di portare le mascherine anche all’aperto in qualsiasi ora del giorno, De Luca zoppica in ambito sanitario per quanto concerne le altre patologie.

I centri convenzionali che trattano casi di estrema malattia e grande povertà si ritrovano in questa fase a bocca asciutta, lasciando migliaia di utenti con gravi malattie o dal portafoglio non certo facoltoso in casa propria, in attesa di cure che forse non avranno mai, a meno che non paghino la prestazione in ospedale.
Un vicolo cieco insomma per i meno fortunati: grattacapo dietro al quale si capirà davvero se De Luca tenga alla salute dei propri cittadini come ha dimostrato per la vicenda coronavirus.
E’ questo che si chiede il giornalista d’inchiesta Francesco Amodeo in diretta a ‘Un Giorno Speciale’: la salute è davvero la priorità di chi ci governa, o sta fungendo da versatile spot elettorale sulle spalle della sanità?

E’ ormai evidente che stanno trattando il Covid come se fosse l’unica patologia esistente. In realtà sappiamo bene che tra quelle più gravi è quella con il più alto indice di mortalità ed ha almeno il 90% di asintomatici.
Ma perché dico questo? Perché da una parte si invita la popolazione ad evitare gli ospedali per prestazioni ambulatoriali, e dall’altra si comunica ai centri accreditati (quelli che dovrebbero sostituire gli ospedali) che sono finiti i fondi fino al 2021. Questo cosa vuol dire? Che gli utenti esenti soprattutto (quelli che che hanno un codice o per patologia perché estremamente malati, o per reddito perché estremamente poveri) accreditati con il servizio sanitario nazionale ovviamente non pagano la prestazione.

Bene, a questi centri De Luca ha appena detto che i fondi sono finiti: l’utente sarà costretto ad andare in ospedale.
Fino a qualche mesa fa però in ospedale c’era il blocco per queste prestazioni ambulatoriali, questo per non mettere in pericolo la propria salute e quella degli altri affollando le sale d’attesa.
Quindi in questo momento un paziente che avverte dei sintomi di malattia, si ritrova sblallottolato tra:

  • Il centro accreditato che dice: se vuoi fare la prestazione qui devi pagare. Anche se sei estremamente povero o estremamente malato;
  • Gli ospedali che gli chiudono la porta in faccia.

Come finisce? Il malato è destinato a qualche affollato presidio dell’ASL.
In pratica da una parte De Luca sta mettendo in essere delle misure per evitare assembramenti tra persone sane, e dall’altra sta mettendo in essere delle misure che causeranno degli assembramenti tra persone malate!
Ma è un paradosso anche il fatto che si spendono milioni di euro al giorno per tamponi spesso inutili e poi si vanno a tagliare dei fondi per persone che hanno bisogno di esami diagnostici per patologie ben più gravi.

Qui dobbiamo smascherare De Luca: ha davvero a cuore la salute dei cittadini, o sono semplicemente degli spot elettorali perché vede che il pugno duro nei confronti del Covid lo premia alle urne?


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