Il Dpcm entrato in vigore un paio di giorni fa è già vecchio? Questo sembra essere l’interrogativo crescente tra le fila del Governo. In particolare ha manifestato segnali di presagi negativi il ministro Dario Franceschini, capo delegazione Pd, il quale ha chiesto ieri al Premier Conte una riunione per decidere nuove misure nazionali per contenere il contagio da coronavirus.

Inaspettato l’aumento di tutti i principali fattori che indicano l’andamento verso l’alto della curva epidemiologica in Italia: maggiori positivi, decessi, posti in terapia intensiva. Così tanto che nelle ultime ore si assiste ad una brusca accelerata in avanti.

Il più veloce, in quella che pare una corsa alle norme anticontagio, è il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Poche ore fa, durante la sua ultima conferenza stampa trasmessa in streaming ha annunciato il divieto delle attività per quei bar e ristoranti che comportano assembramenti: “E’ una difficile misura da prendere, ma inevitabile. Dobbiamo evitare assembramenti davanti ai locali e negli orari notturni. Deve essere bloccata la movida”.

Sull’operato del Presidente De Luca e sulle nuove misure che si prospettano all’orizzonte, Stefano Molinari e Luigia Luciani hanno intervistato il direttore di Libero Pietro Senaldi.

Questo il commento del direttore Senaldi a “Lavori in corso”.

“Cittadini prima elogiati, poi additati come untori”

Il Governo deve mettersi d’accordo. I cittadini sono gli stessi che nei mesi di lockdown sono stati elogiati, mentre adesso sono diventati i grandi untori. Sembra un po’ una barzelletta. Io non vedo questi italiani così avventati”.

“A De Luca gli sono riusciti 2/3 sketch in conferenza stampa”

“Non voglio tanto prendermela con De Luca. E’ evidente che De Luca ha avuto la fortuna che ha avuto tutto il Sud, ovvero sia che il Paese è stato chiuso prima che il virus dilagasse nel Mezzogiorno. Quindi ha avuto una grande fortuna. Lui da abile politico se l’è giocata con i suoi sketch, gliene sono riusciti 2/3 e poi ha pensato che il suo lavoro fosse fare conferenze stampa, anziché creare posti in terapia intensiva.

Il suo atteggiamento è dovuto al fatto che lui è sempre stato molto preoccupato per la situazione sanitaria in Campania. Ma se tu chiudi le scuole, non è che i ragazzi se ne stanno a casa”.

Coprifuoco?

“Non è la misura che ti svolta. La Lombardia fece il coprifuoco dei bar il 18 febbraio. Questo non ha impedito assolutamente nulla. Non sono i bar il centro del contagio.

Un po’ dipende anche dalla nostra capacità di autoisolarsi. E soprattutto dall’igiene.

Io non vorrei che fosse una barzelletta, ovvero sia: dici ai ristoranti che devono chiudere alle 22.00 perché non hai il coraggio di chiuderli altrimenti li dovresti pagare. Secondo me non è la misura decisiva”.


ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE YOUTUBE

LEGGI ANCHE: