Una delle tante lezioni che traiamo da questa vicenda in bilico fra il tragico e il grottesco legata al coronavirus, o meglio, alla gestione politica del coronavirus è anche la seguente: non esiste il caso. Esistono semmai segnali che, se anche appaiono casuali, ci rivelano un ben preciso ordine delle cose.
E talvolta quest’ordine delle cose affiora in frasi che sembrano apparire per caso, ma che in realtà sono rivelative. Rari momenti di verità in cui emerge ciò che solitamente viene tenuto sotto silenzio.

Ricordate quando a maggio 2020 un esponente della politica – neppure di secondo piano – si lasciò scappare che quello che stava prendendo forma era “un regime molto stringente”?
Più precisamente disse che, se veniva impedito di correre all’aria aperta, ciò non dipendeva da un’esigenza reale, ma dalla “volontà di dare il senso di un regime molto stringente“.

Abbiamo avuto oggi un nuovo momento di verità, se è vero quanto riportato da La Nuova Sardegna a proposito di un’affermazione di Stefano Vella, infettivologo e componente del comitato scientifico che assiste la Regione Sardegna attualmente in una situazione delicata per quanto riguarda la diffusione del virus.
L’uso delle mascherine va potenziato in modo pesante. Ci vogliono le forze dell’ordine, se serve anche l’esercito per un controllo capillare e costante“.

Nihil novi sub sole, se è vero come è vero che già a marzo rilevammo una graduale militarizzazione del Paese.

Ancora, se è vero come è vero che Sanchez in Spagna ha apertamente invocato l’esercito per contenere la diffusione del virus. Insomma, non ci stupiremmo se nei prossimi giorni qualcuno si lasciasse scappare che per contenere i contagi bisognerebbe sparare a vista a quelli che non rispettano le stringenti norme anti-Covid.

Quel che mi pare evidente è che per un vero stiamo assistendo (e non ci stancheremo di ribadirlo) a una svolta autoritaria che si giustifica in nome dell’emergenza e che, invero, pone in essere una sempre più radicale sospensione delle libertà fondamentali o, come nel caso della Spagna, una graduale militarizzazione del Paese.
Si ricordino le parole di Vella: “Che si usi anche l’esercito per garantire l’impiego delle mascherine“.

Nel frattempo si noti come già da più parti in Italia si parli di un ritorno al lockdown: l’ha fatto Zingaretti, così come Speranza (“Siamo pronti a ogni evenienza“).
In sostanza la situazione sembra tutto fuorché rosea: sembra che ci siano i presupposti per una nuova Fase 1 e un nuovo lockdown.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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