Con questa pillola proveremo a svelare i tanti paradossi che hanno contraddistinto il risultato di queste elezioni.

Partiamo con il primo: i perdenti che esultano per la vittoria. Il Movimento 5 Stelle alle scorse regionali in Veneto prese quasi il 12%. Ieri ha preso un misero 3%. In Toscana superò il 15%, ieri ha preso il 6%. Nelle Marche prese addirittura il 21%. Ieri ha preso l’8%, la stessa percentuale che ha preso in Liguria. Dove però alle scorse regionali prese il 24%. Persino in Campania, la terra del Ministro Di Maio e del Presidente della Camera Fico. Il Movimento 5 Stelle ha definito i propri voti e c’è da dire che non hanno influito in nessuna delle regioni. Infatti, dove il centro-sinistra ha vinto, avrebbe vinto anche senza il loro supporto e dove il centro-sinistra ha perso, avrebbe perso anche sommando i voti dei Pentastellati. Il Movimento 5 stelle vince solo un altro Referendum, appoggiato però da tutti i partiti compresi da quelli di opposizione eppure li vediamo esultare.

Passiamo al paradosso numero due: il PD di Zingaretti dice di aver vinto le elezioni. In realtà, rispetto al passato, il centro-destra da oggi governa 15 regioni. Quando in più ci sono le Marche sottratte alla sinistra mentre il PD ne governa solo 5 avendo perso una regione storica. Parliamo quindi di 15 a 5. Dobbiamo poi dire che in quelle regioni dove il PD ha stravinto, come la Campania, il vincitore risulta essere un leader autonomo per non dire disobbediente e poco allineato al partito di appartenenza. Il Governatore che ha preso più voti di tutti in assoluto è stato Zaia che è della Lega e non del PD.

Passiamo al prossimo paradosso che riguarda il Referendum e i cittadini italiani che sono riusciti a tagliare l’unico organo che essi stessi scelgono e che rappresenta le loro istanze.
Pare che molti italiani avessero capito che stamattina ci saremmo svegliati e avremmo visto centinaia di parlamentari fare degli scatoloni e uscire a testa bassa da Montecitorio. Infatti nel sostenere il SI’ gridavano “mandiamoli a casa”. In realtà, proprio questi parlamentari che loro chiamano fannulloni e che vorrebbero mandare a casa, grazie al voto di ieri li hanno praticamente blindati per altri tre anni. Soltanto quando torneranno a votare potranno sostituire questi, dei quali loro ritengono essere dei fannulloni, con altri parlamentari migliori, si accorgeranno che di migliori ne potranno portare in Parlamento soltanto la metà. E da quelli selezionati non da loro ma dai capi del Partito.

Qualcuno pensa almeno che dopo il taglio smetteremo di pagare a vita senatori come Mario Monti che hanno distrutto il paese ma neanche questo accadrà. Nella riforma c’è scritto chiaramente che non verranno toccati i senatori a vita già in carica e non verranno toccate neppure le loro indennità.

Ricordate allora una cosa: il sistema non è mai suicida come i cittadini.

La Matrix Europea con Francesco Amodeo


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