Stiamo arrivando al punto che un po’ si era previsto. Cioè che dopo le aperture, per quello che riguarda la pandemia Covid-19, che sono state fatte e che andavano fatte, c’è una curva dei contagi che invece di continuare a discendere si appiattisce. Speriamo che questo non sia il preludio alla risalita. Cosa che invece sta avvenendo in alcuni paesi.

Come in Germania, dove ci sono più di 1000 contagiati al giorno, come in Inghilterra dove vengono chiuse delle città sostanzialmente ri-sottoposte al lockdown. Come in Francia, dove si sta operando in questo senso, e come anche in Spagna. Nei paesi dove si è usciti più rapidamente dalle misure di lockdown, ecco che c’è la certezza di veder aumentare i contagi.

I contagi forse non sono così micidiali come un tempo ma, quello che è sicuro, più contagiati hai più possibilità hai di ricoveri in terapia intensiva e soprattutto di decessi. Questo non è ancora il momento perché l’Italia ha fatto le cose abbastanza per bene direi. E’ uscita con lentezza e con gradualità dal lockdown e l’ha imposto in un tempo che forse poteva essere anche un poco anticipato, come abbiamo visto da quanto è stato desecretato dei rapporti del Comitato Tecnico Scientifico. A proposito, dietro non c’era nessun complotto evidentemente.

Quello con cui ci troviamo a fare i conti è una pandemia che non vuole finire. Abbiamo già detto più volte che il caldo non gli fa proprio nulla e che, casomai, è il fatto che migliorano le condizioni respiratorie generali durante l’estate che impedisce che ci siano concause aggravanti in chi contrae il virus.

E’ sempre un po’ tipico nostro di sottovalutare queste pandemie, come se fossero dei fenomeni strani. Bisogna ricordare che il virus è un predatore. Soltanto che, invece di agire dall’esterno, agisce dall’interno. Le sue logiche sono esattamente quelle degli altri viventi, anche se è una creatura al limite e ha bisogno di un’altra cellula per riprodursi. Ma, appunto, quello che cerca di fare il virus è replicarsi più volte possibile. Lo fa esattamente con le stesse logiche che utilizzano anche i predatori.

Noi potevano prevedere questa pandemia, anzi molti l’avevano già prevista, e che sarebbe stata sia di un virus RNA pronto a mutare rapidamente e che sarebbe stato respiratorio. Ma sarebbe un errore continuare a sottovalutarla perché noi non ne siamo ancora fuori. Non abbiamo ancora un vaccino e non abbiamo ancora farmaci sicurissimi. Dunque il rischio di infettare la popolazione è molto alto.

Quello che si è veduto nella Val Seriana, con analisi sierologiche a statistica, è che circa il 41% di quella popolazione ha contratto il virus.

Non è sufficiente per un’immunità di gregge, ma è comunque molto di più di quello che si immaginava. Quindi nelle regioni e nelle zone rosse, questa è stata la percentuale ed è quella con cui dobbiamo fare i conti.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi

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