Ora che sul ponte Morandi di Genova stanno scorrendo le prime autovetture, il traffico si sta formando, forse non è sbagliato porsi ancora una domanda. Come mai quel ponte è crollato? A questo risponderà naturalmente la magistratura. Ma, al di là delle questioni che riguardano la manutenzione ordinaria e straordinaria, tutte cose apparentemente carenti, mi interessava sapere la soluzione scelta e come risponde invece a quella che fu scelta da Morandi al tempo della costruzione del ponte.
Mi spiego meglio. Adesso si è scelto di fare un ponte con tante pile che sorreggono le varie campatine. In modo da avere un oggetto un po’ più pesante, dal punto di vista estetico, ma molto più sicuro dal punto di vista statico. Perché non ha acrobatici giochi di equilibrio statico e dinamico, come aveva invece il ponte Morandi attraverso gli stralli.
Il periodo in cui è stato costruito il ponte Morandi, senza voler gettare la croce addosso a nessuno, era un periodo in cui quell’ingegnere in tutto il mondo proponeva questi ponti snelli che erano quasi un controsenso da un punto di vista statico. Lo dicevano tanti altri architetti e progettisti. Come se fosse un assurdo che quei ponti, bellissimi dal punto di vista estetico, potessero anche reggere. Si pensava cioè di rovesciare la vecchia abitudine per cui i ponti e le strutture pesanti vanno fatte in maniera pesante, perché debbono reggere peso importanti.
Con il ponte di Renzo Piano si torna un po’ a questo principio. Cioè una struttura che dia sicurezza, anche per il numero dei piloni che ci sono, quindi che possa essere più amata di un ponte che per quanto bello rimaneva sempre una specie di ragnatela ricamata sopra al Polcevera. Una cosa forse anche difficile da amare, per quanto poi tutti i genovesi amino la propria città. Tutte le analisi e le indagini si concentreranno anche su questo.
Quella struttura era proprio al limite? C’entra in qualche misura lo stato di ammaloramento del calcestruzzo armato e quindi, sostanzialmente, è una cosa che può riguardare altre strutture in tutto il mondo? Prima di guardare alla questione della manutenzione ordinaria e straordinaria, per tutti i fatti che conosciamo, questi altri due elementi devono essere tenuti in conto. Quel ponte cioè era condannato fin dal giorno della sua nascita o ci è entrata qualche altra cosa?
Da un punto di vista ingegneristico la soluzione di questo mistero, con tutto il dolore per le vittime, è naturalmente molto interessante anche scientificamente.
GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi
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