Negli ultimi giorni è risalita l’attenzione mediatica rispetto ai dati relativi a contagi, posti letto negli ospedali, terapie intensive e decessi da covid-19. Sia a livello numerico, che narrativo, non siamo tornati ai bollettini quotidiani emessi in conferenza stampa dalla Protezione Civile. Però un certo filo narrativo sembra orientato a percorrere quella stessa strada.

In data odierna assistiamo ad una crescita dei positivi di 1367 unità, cifra più elevata rispetto alle indicazioni degli ultimi due giorni, quando la soglia era scesa al di sotto dei mille. Ma allo stesso tempo sono aumentati i tamponi eseguiti nell’arco di 24 ore, in totale 93.529.

Per giudicare la soglia di allerta da mantenere, a fronte dei recenti casi e nell’ottica delle riaperture delle scuole, Luigia Luciani e Stefano Molinari hanno ospitato il professor Massimo Galli, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano.

Ecco l’intervento del Prof. Galli a “Lavori in Corso”.

Mistero balzo in avanti casi in Veneto

“Nel pieno del disastro del mese di, credo febbraio, a Wuhan ci fu un balzo enorme di casi perché erano stati cambiati i criteri di classificazione e avevano deciso di definire casi anche per coloro che non avevano un quadro microbiologico.

Per cui vede bene, a volte certi sbalzi sono la conseguenza di un criterio di definizione di numeri saltati fuori da un’indagine retrospettiva”.

Riaperture scuole

“E’ inutile illudersi con le barriere architettoniche e le dimensioni delle classi nelle scuole italiane. Se vogliamo raccontarci un’altra storia come da bambini ci piace credere alle favole… Credo sia molto difficile operare un completo distanziamento. Poi esistono i momenti dell’ingresso, dell’uscita, della ricreazione.

A scuola io credo sia davvero importante seguire il più possibile per capire se sta accadendo qualcosa. Motivo per cui io credo che la temperatura agli studenti vada misurata non solo a casa, ma anche a scuola”.

Capitolo tamponi

“Il discorso dei tamponi è un nostro tallone d’achille dolentissimo da un sacco di tempo. C’è stato un caso di un collega che si è ritrovato tre negativi che poi sono diventati positivi al confronto successivo. C’è anche da dire che le infezioni come queste sono un fatto dinamico. E’ possibile che il sottoscritto sia oggi negativo e domani positivo perché ha il virus in incubazione. E il virus si esprime al suo meglio replicando alla grande dopo qualche momento”.

Ritratto dei positivi di oggi

“Mi sembra evidente che oggi i positivi sono in larga parte asintomatici, giovani perché gli anziani stanno a casa loro e non vanno a fare le movide. E sono anche più prudenti. I prossimi 10 giorni ci diranno se ci è scappato qualche focolaio e ci diranno la dimensione dell’ulteriore diffusione dell’infezione.

Non mi aspetto di ritrovare una seconda ondata figlia della movida. Non mi aspetto di ritrovarmi con qualcosa nemmeno lontanamente paragonabile con il disastro che abbiamo vissuto in marzo e aprile. Mi aspetto piuttosto, che possano verificarsi dei focolai piuttosto pesanti e che in quel contesto sia necessario prendere provvedimenti di un certo peso”.


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