Il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha rilasciato un’intervista a Repubblica affermando che “La scuola riaprirà ma nei sindacati c’è chi sabota”. A tal proposito è intervenuto Francesco Sinopoli, Segretario della Flc – Cgil, contestando le accuse del ministro.

“Nel nostro Governo quando succede qualcosa di grave la colpa è sempre di qualcun altro”. Con queste parole, il Segretario, ha evidenziato come secondo lui sia il Governo a non assumersi alcuna responsabilità su ciò che sta accadendo al nostro paese. Le scuole riapriranno il 14 settembre? Se sì, in che modalità? I dubbi al riguardo sono ancora molti.

A “Un giorno Speciale” Stefano Molinari ne ha parlato con Francesco Sinopoli. Ecco l’intervista.

Il Governo e le variabili da definire

“E’ abbastanza chiaro che ci sono responsabilità oggettive che riguardano il Governo su questa complessa riapertura e non possono essere scaricate sul sindacato. Nei mesi abbiamo avanzato proposte precise e detto cosa sarebbe stato necessario, puntualmente gli interventi sono arrivati con ritardo. Abbiamo sottoscritto inoltre un protocollo di sicurezza, il 6 agosto, che abbiamo contribuito a redigere. Le accuse fatte dalla ministra diventeranno un boomerang. Sono dichiarazioni che meritano una smentita. La situazione è grave e seria.

Dicono di aver fatto tanti monitoraggi, noi abbiamo richiesto i dati alla Commissione Arcuri dell’altro ieri da condividere ma non ce l’hanno dati. Quello sarebbe un quadro per fare delle previsioni altrimenti continuiamo a vedere il paese con tutte queste variabili ancora da definire. Ci sono troppe incognite”.

La scelta della Calabria, Sardegna e Puglia di riaprire le scuole dopo le elezioni.

“Dovevamo farlo anche noi ma per tempo. Ogni volta che ci sono le elezioni a scuola c’è una difficoltà nel ripristinare gli ambienti. Noi avevamo fatto tale richiesta ma la risposta è stata no. E non si sa il motivo. Il Governo si è mosso con ritardo, non sono l’opposizione politica ma il tempo non si può recuperare e questo pesa enormemente. Insieme a risorse che dovevano essere individuate prima e dovevano essere maggiori. Questa è una retorica che ascoltiamo da anni, e non solo di questo governo.

Rischiamo un gravissimo corto circuito. Ci siamo ritrovati con una pausa estiva con locali aperti. La contraddizione tra questa gestione e le scuole chiuse può innescare una rabbia, motivata da una condizione generale. C’è un problema di reddito per migliaia di persone e questo può innescare rabbia sociale. Il mix tra scuola chiuse e aspettative legittime nei confronti dello Stato può innescare reazioni“.


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