Si è parlato molto negli ultimi giorni dei 5 giovani in rianimazione colpiti da Covid: una notizia rimbalzata su tutti i principali media che ha aumentato l’allarme sul virus.

A lanciare l’informazione era stato il capo della Task Force sul coronavirus Pierluigi Lopalco. Questo quanto riportato dall’ANSA: “Cinque giovani, tra i 20 e i 30 anni, sono ricoverati negli ospedali pugliesi in ‘condizioni severe’ nei reparti di Malattie infettive dopo aver contratto il Coronavirus. Lo conferma all’ANSA il professore Pierluigi Lopalco, capo della task force per l’emergenza Coronavirus in Puglia”.

Il Dott. Maurizio Borghetti, medico radiologo di Crema, con la finalità di approfondire questa situazione da un punto di vista medico, ha provato ad indagare sulla condizione dei giovani. L’esito di questa investigazione non ha però prodotto risultati perché dai colleghi in Puglia non sono arrivate le conferme sulla presenza di questi ragazzi.

Ecco il racconto del Dott. Maurizio Borghetti a ‘Lavori in Corso’.

“Sono in un gruppo Facebook con circa 100 mila medici, ho fatto un post chiedendo ai colleghi qualche notizia medica – nei limiti della privacy – sui ragazzi in rianimazione per Covid in Puglia.

Un collega di Foggia mi ha detto che non c’erano ragazzi in rianimazione di quella età, qualcun altro mi ha detto che forse erano a Bari. Allora ho sentito altri colleghi della zona per chiedere informazioni e mi hanno detto che a Bari in rianimazione non c’erano. La rianimazione provvede alla ventilazione invasiva… mi hanno detto che se ci sono non sono gravi perché non hanno bisogno né dell’intubazione né della ventilazione assistita.

Se a certi livelli di responsabilità e di informazione sarebbe corretto tacere o dare notizie più precise. In questo momento in cui si dice che – secondo me senza alcuna dimostrazione – la popolazione giovanile sia più colpita dire che ci sono casi in rianimazione… va dimostrato”.


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