Tumori, ischemie, ictus, infarti, sembra che si tratti di malanni ormai non più degni di attenzione.

Ormai si muore soltanto di Covid.

Si fa prevenzione soltanto sul Covid.

Ieri l’altro sono morte 4 persone in Italia di Covid (tutte con altre patologie pregresse e complesse).

Una persona ogni 15 milioni.

Eppure non si parla altro che di Covid.

Ci si può intossicare le arterie, si può sospendere una terapia contro il cancro nel periodo pandemico, ma mai evitare di fare prevenzione Covid.

Distanziamenti, mascherine, lavaggi continui delle mani, blocco dell’economia ed anche dell’amore (che potrà essere soltanto spirituale) ecc.

Ma a fronte di 4 morti Covid sapete quanta gente muore per altro?

Quanta prevenzione ed educazione seria si dovrebbe fare per altre malattie che in Italia mietono milioni di morti l’anno?

Eppure ormai si parla solo di Covid. E sembra che si muoia soltanto di Covid. Persino il lavoro, l’economia ed i rapporti sociali muoiono di Covid.

Occorre fare attenzione a tutto certamente, ma con raziocinio ed offrendo la giusta importanza alle cose.

Tutti temiamo la pandemia. Nessuno dimentica la tragedia. Ma lasciarsi demolire dalla paura non serve a nulla. Occorre reagire con intelligenza e convivere con il terribile morbo, magari iniziando a potenziare, ausiliare, tutelare e rendere più efficiente la sanità di territorio.

Stamattina giravo nel centro di un medio comune dell’alto vicentino, un tempo simbolo del Veneto operoso, con un Pil prossimo a quello della Baviera. Oggi terra desolata, con quasi il 50% dei negozi completamente vuoti e con la scritta “affittasi”.

Pavimenti sterminati e cristalli che riflettono spazi totalmente disadorni.

Non soltanto occorre reagire, ma soprattutto occorre pianificare una ripresa che salvi le attività produttive.

Ricordo che lo Stato ha continuato ad erogare decine di migliaia di pensioni e stipendi superiori a diecimila euro netti al mese durante tutto il lockdown. Comprendo che per costoro l’unica preoccupazione si chiami Covid. E come poter dare loro torto.

Ma c’è chi ha chiuso l’attività, e non sa come andare avanti, che attende risposte diverse.

Lo scuseranno immagino i professionisti del Covid, coloro che possono permettersi qualsiasi chiusura totale. Quelli per i quali non cambia nulla e che hanno tutto il tempo per lasciarsi terrorizzare dall’imminente apocalisse.

Il Covid ormai è una questione sociale.

Il Covid è pura lotta di classe.

C’è chi può permettersi di combatterlo in maniera rigorosa e chi deve sfidarlo sul campo perché a pranzo ed a cena, non può pensare al Covid, ma a mettere qualcosa nel piatto per se e per la propria famiglia.

E spero che questo non disturbi troppo i “covid intransigenti”.  

Per una convivenza civile occorrerebbe tener presenti le ragioni di tutti, mantenendo proporzione e ragionevolezza.

Spero comprendiate quando si parla di informazione abnorme o forse di manipolazione delle menti, fate voi.

Al puledro si mette la sella o quando ha già un nuovo padrone oppure perché ci sono dei semplici incapaci che non sanno governarlo.

Spero che non ci vogliano trasformare tutti in TESTE DI COVID.

Enrico Michetti