“Non v’è più traccia dell’uomo nel pensiero economico”

“Forse proprio per queste intrinseche ragioni l’economia di oggi, al fine di mantenere i popoli nell’ignoranza, nasconde la ricerca della conoscenza come suo primario scopo.

Il tentativo di molti economisti di mantenere il piano della discussione sul pratico, sul reale, sul quantitativo, nasconde la pochezza del pensiero e la volontà di non voler introdurre accanto al calcolo dell’efficienza il concetto di giustizia.

Perfino gli orientali, con Ikujiro Nonaka e Hirotaka Takeuchi, hanno proposto una conversione di conoscenza da tacita a esplicita e viceversa in un processo circolare che attraversa le fasi della socializzazione, della articolazione inesplicita, della combinazione di frammenti individuali dell’uomo e della trasmissione alle persone attraverso l’internazionalizzazione.

Eppure quando l’uomo della strada si chiede cosa si intenda per internazionalizzazione, solitamente risponde di monete o di sistema di tassazione.
Dell’uomo e del valore dell’uomo si è persa ormai ogni traccia nel pensiero economico”.

Il commento

Perché non partecipi a questo o quel dibattito? Perché non vai con questo o quel politico? Perché non segui questa o quella persona?
Sono domande che mi vengono poste frequentemente e la risposta è molto semplice: perché sono il solo che parla di Economia Umanistica, l’unico che lo fa tutti i giorni, l’unico che cerca di spostare il piano della discussione ad un piano ideale, morale, di giustizia.

Ai tanti che parlano soltanto di cose di attualità, che commentano unicamente il SURE, il MES, le questioni politiche dico: fate bene, ma non mi avrete più al vostro tavolo.

Se non spostiamo la discussione su un piano più alto, su un piano dell’equità sociale, se noi non torniamo a parlare di globalizzazione del pensiero invece che di globalizzazione del denaro, non ne usciremo. E saremo sconfitti.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi


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