Aspi diventa pubblica. Dopo dure ore di negoziato la società che gestisce le autostrade italiane passa dalla gestione targata Atlantia a quella della Cassa Depositi e Prestiti, diventando di fatto nazionale.
Sei ore di dure trattative prima di arrivare a un epilogo atteso da due anni; soddisfazione del PD nella maggioranza, nonostante si vocifera di presunte tensioni con gli alleati di Governo per arrivare all’esito nazionalizzazione, in particolare su divergenze riguardo le concessioni.

A ‘Lavori in Corso’ l’onorevole Claudio Mancini non ha smentito queste voci, rimarcando però che alla fine i grillini sono arrivati a un concordato con il PD, seppur con un percorso accidentato da disapprovazioni.
Ecco l’intervista di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

I risultati di Atlantia in borsa (+24%)? Credo si possa parlare di un rimbalzo frutto del fatto che la vicenda si chiude e quindi la società Atlantia torna su valori stabili.
Quello che succederà è che la società che gestisce le autostrade italiane (Aspi) diventerà una società quotata in borsa il cui azionista di riferimento diventerà Cassa Depositi e Prestiti partecipata al 70% dallo Stato italiano e il 30% da azioni bancarie. Come le Poste, come l’Eni, come l’Enel.

La nazionalizzazione dà l’idea di una gestione diretta, come se diventasse un ufficio comunale. Non è così. Resta una società privatistica che segue le logiche di mercato e che deve adempiere agli obblighi dello Stato relativi alle tariffe e agli investimenti.

Il Governo risolve un dossier aperto da due anni, risolve la questione di una concessione molto discussa e apre una stagione nuova di gestione di un’infrastruttura fondamentale per il paese. L’accordo prevede già la riduzione delle tariffe. E’ una delle condizioni con le quali si fa l’acquisizione.

Tensioni PD – Movimento? Questa discussione è stata precedente, ma in Consiglio dei Ministri si è andati sulla proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’Economia che hanno concordato e costruito la mediazione.
PD e 5 Stelle si sono ritrovati sull’accordo, ma nelle settimane precedenti è chiaro che ognuno ha detto la propria
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