Scuola, lavoro, PIL, contributi: gli elementi di dibattito non mancano, tanto da suscitare animate riflessioni, quando non spaccature anche nella maggioranza di Governo, come si evince dalle parole del deputato di Italia Viva Luciano Nobili.
L’esigenza di un ‘Piano Shock’ in previsione della magra di settembre è sempre stata una priorità per i renziani, che in vista degli Stati Generali passano di nuovo all’attacco, sostenendo che le loro proposte siano state bocciate, quando non copiate.

Non c’è dunque una piena armonia nell’esecutivo, nonostante i decreti Bellanova e Bonetti, entrambi approvati e a firma Italia Viva, che continua ad alternare elogi e critiche al governo giallorosso del quale fa spesso da ago della bilancia.

Non si ha certezza del ritorno del virus, ma lo stesso non si può dire della carestia economica che affronteremo a settembre: sulle nostre frequenze il Deputato ha spiegato le iniziative che il neopartito di Renzi vorrebbe attuare per affrontarla.
Ecco l’intervista di Stefano Molinari e Luigia Luciani a Luciano Nobili.

“Da sei mesi ci sgoliamo, ma loro bocciano le nostre proposte per poi copiarle” ► Nobili (Italia Viva)

Partito di Conte? Io mi domando perché in Italia con tante cose interessanti, serie e urgenti di cui dobbiamo parlare ci concentriamo su cose futuribili.

Ora stiamo per dare vita all’ennesimo decreto, il terzo, che mette insieme alla fine un’ottantina di miliardi che servono al Paese. Sempre soldi che prendiamo in prestito dai nostri figli, però che insomma in questo momento servono, ebbene che questi cosi siano destinati alle cose più utili e urgenti e che arrivino a destinazione il prima possibile, o ci aspettano un settembre e un ottobre molto rigidi dal punto di vista della decrescita del PIL e dei posti di lavoro che si possono perdere.

Quando sei mesi fa noi consegnammo nelle mani di Conte il Piano Shock, che è un piano dettagliatissimo per sbloccare 120 miliardi di infrastrutture che sono già finanziate con fondi già stanziati, con opere pubbliche che servono, strade, autostrade, ferrovie, porti, aeroporti, e tutte infrastrutture che servono al Paese, nonostante siano sei mesi che ci sgoliamo ci dicono prima “no, idea sbagliata”, poi ce la copiano, poi ce la ripropongono, poi ce la cambiano.
Forse siamo arrivati a dama
“.


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